La lettera di Spinazzola ai compagni “Tornassi indietro riproverei quell’allungo”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-11

L’esterno della Roma atterra a Londra per seguire la squadra. Questa mattina sulle colonne de La Stampa la lettera a compagni e tifosi, “Ci aspetta l’ultima battaglia di questo Europeo”

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Questa mattina sulle colonne de La Stampa è possibile trovare le parole del grande assente di oggi: Leonardo Spinazzola, fuori per il laceramento del tendine d’Achille rimediato alla fine della gara contro il Belgio. E’ proprio da quello scatto che comincia la lettera dell’esterno. “Tornassi indietro, riproverei quell’allungo. Lo farei altre cento volte ancora per andare a prendere un metro in più all’avversario e spostare la partita dalla nostra parte. Niente di straordinario, sono le regole degli Azzurri: in fondo a quest’avventura ci arrivi solo se sei disposto a dare l’anima per i tuoi compagni“.

Un prova, semmai servisse, di cosa è questo gruppo. “L’infortunio mi ha strappato al campo ma non poteva portarmi via dal gruppo: anche mio figlio Mattia, tre anni appena, ha capito che papà, sul divano di casa, stasera proprio non ci poteva stare- scrive l’esterno della Roma e della Nazionale – Sono emozionato, non lo nascondo. Quando sono salito sull’aereo per Londra sono rinato un po’: tra poche ore sarò in campo con i ragazzi e in tribuna con il Paese, poteva andare meglio ma anche peggio“.

 

Spinazzola scrive al paese “Tornassi indietro riproverei quell’allungo, sono le regole degli Azzurri”. Nessuna paura dopo i tantissimi infortuni

Lui, purtroppo, a questa sensazione ci è quasi abituato. A maggio 2018, quando vestiva la maglia dell’Atalanta fu costretto ad uno stop di 150 giorni per operare un legamento crociato. “A Wembley – continua Spina – ci aspetta l’ultima battaglia di questo Europeo, il torneo che porterò dentro per sempre: dalle notti magiche dell’Olimpico fino al tempio del calcio contro i padroni di casa, di strada ne abbiamo percorsa. Nel mio caso il destino ha preteso che aggiungessi qualche chilometro in più a questo viaggio, una tappa della sofferenza in Finlandia, per aggiustare il Tendine di Achille. Ora sono pronto, sento di avere ancora tanto da dare: sulla fascia tornerò tra qualche mese, ma mi piace pensare che staserà ci sarà di nuovo da spingere tutti insieme. Accarezzo un’immagine là in fondo: vorrei che le mani di Bryan Cristante, il primo compagno a consolarmi dopo l’infortunio, stanotte sollevassero qualcosa di più prezioso della mia testa: Ci siamo, Forza Azzurri”.

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