Lele Mora espulso dal partito dei cattolici (WTF?)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-17

Lo hanno cacciato oggi quasi all’unanimità prima che tutti potessimo farci la domanda fatale: ma perché Mora era iscritto a un partito di cattolici?

article-post

Lele Mora, il manager dei vip, è stato espulso dal Partito Unione Cattolica“a seguito di un incontro straordinario tenutosi questa mattina a Milano con i dirigenti della formazione politica”. Ad annunciarlo è il segretario del movimento, Ivano Tonoli. “Sono dispiaciuto – ha sostenuto Tonoli – di dover allontanare Lele Mora dal partito, ma ho dovuto ascoltare, come è giusto che sia, anche le volontà dei dirigenti i quali hanno deciso, quasi all’unanimità, di procedere alla sua immediata espulsione”. Mora, 63 anni, ex agente dello spettacolo, è stato condannato a sei anni e un mese per evasione fiscale, bancarotta e favoreggiamento della prostituzione (ha scontato la pena nella comunità Exodus di Don Mazzi).

Lele Mora espulso dal partito dei cattolici (WTF?)

Lele Mora era stato nominato presidente del Partito Unione Cattolica nel dicembre scorso: “Al massimo in due anni entreremo in Parlamento. Ho chiesto in questi giorni a molti volti noti della televisione e del giornalismo italiano di aderire al mio partito e essi mi hanno risposto che non vedono l’ora di farne parte. Ho scelto Unione Cattolica perché è l’unico partito politico, esistente in Italia, che si fonda sui principi della filosofia cristiana, che fa del perdono il suo punto focale”, disse all’epoca a I Lunatici su Rai Radio 2.

Non si capisce perché Mora sia stato dichiarato fuori dal partito che lo ha accolto solo qualche mese fa. A meno che la scelta non sia collegata alla storia del campo rom e della “rapina” che comunque non ha denunciato. I fatti sono arrivati alle cronache nel gennaio scorso: Michele Cilla, gestore di un locale a Milano ed ex ‘braccio destro’ di Guglielmo Fidanzati, presunto boss morto nel 2014 e figlio dello storico esponente di Cosa Nostra Gaetano Fidanzati.

Cilla è stato arrestato – a seguito delle indagini della Polizia coordinate dal pm Giovanni Tarzia e dall’aggiunto Laura Pedio – assieme a due persone a lui vicine, Claudio Agrani (in carcere) e Riccardo Spada (ai domiciliari) per aver preteso con minacce e violenze (anche a pugni e calci in un ristorante) 10mila euro, più la rinuncia ad un credito da 5mila euro, da Ottavio e Marco Pingitore, padre e figlio. Cilla, infatti, avrebbe accusato Marco Pingitore di avergli proposto quell’affare dello champagne, rivelatosi poi una truffa con tanto di rapina al campo nomadi di via Chiesa Rossa e, quindi, pretendeva di riavere da lui i soldi.

Su quella presunta rapina, però, gli inquirenti non hanno agli atti alcun elemento di riscontro. Se non le dichiarazioni anche di Mora che ha messo a verbale di essere andato al campo nomadi, assieme ad Agrani, e poi dopo la rapina di aver deciso di ridare 10mila dei 40mila euro portati via da un gruppo di rom. L’ex agente dei vip ha dichiarato di aver ritenuto «giusto» dare a Cilla quei soldi e di non aver ricevuto da lui «pressioni». Nessuno ha denunciato la rapina, mentre solo i Pingitore hanno denunciato l’estorsione che ha portato agli arresti.

EDIT: Alle ore 18,03 il Partito Unione Cattolica invia alla mail del sito chiedendo di non pubblicare la notizia perché “desideriamo non comunicare a mezzo stampa la notizia”.

ivano tonoli lele mora 1

Successivamente Unione Cattolica invia altre tre mail e ci fa contattare dall’ufficio stampa perché la notizia andrebbe secondo loro cancellata in quanto “inoltrata per errore” dal loro ufficio stampa e poi perché “non è vera”.

Leggi anche: Genoa-Juve, Sturaro e i 18 milioni: tutti gli elementi del complotto perfetto

Potrebbe interessarti anche