Leghisti contro Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-17

Con eleganza, si evita di fare il nome che tutti sospettano visto il conseguente abbraccio con Forza Italia: quello di Denis Verdini, padre della fidanzata di Matteo

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I leghisti cominciano a lamentarsi del Capitano. Francesco Verderami sul Corriere della Sera raccoglie sussurri e grida che in perfetto anonimato il Carroccio rivolge al suo segretario, del quale evidentemente, come il resto dell’Italia, faticano a comprendere la strategia.

La rincorsa ai cinquestelle disorienta la Lega, dove in molti temono di «perdere la faccia» più ancora che di perdere il governo. Da giorni nei gruppi parlamentari e sui territori si pongono domande al momento prive di risposte. Per esempio, «cosa vuol dire che il 20 agosto vedremo il da farsi, se avevamo presentato una mozione di sfiducia al premier»? «Perché Salvini oggi fa sapere a Di Maio che il suo cellulare è sempre acceso, se fino a ieri voleva votare subito contro Conte al Senato»?

E «cosa spiegheremo adesso a quegli imprenditori ai quali avevamo chiesto di esporsi a favore delle elezioni anticipate: che ci va bene anche un rimpasto»? Il rischio di minare «la credibilità del nostro progetto» è l’accusa più pesante rivolta al segretario, insieme al vociare sempre più insistito contro il suo «cerchio magico», accompagnato dall’interrogativo su chi sia «il vero consigliori di Matteo».

denis verdini

E qui, con eleganza, si evita di fare il nome che tutti sospettano visto il conseguente abbraccio con Forza Italia: quello di Denis Verdini, padre della fidanzata di Matteo.

I salviniani ovviamente non ci stanno a vedere il Capitano sul banco degli imputati, «perché è ora di finirla con la storia che avrebbe sbagliato i tempi del la crisi. La verità è che nessuno aveva previsto la mossa di Renzi, nessuno immaginava che avrebbe teso la mano ai grillini. La sua giravolta ci ha spiazzato». Ma è un fatto che Salvini non ha colto l’attimo dopo le Europee, e che dopo — raccontano nel Carroccio — si è ritrovato impigliato in alcune scadenze di governo.

La più importante è stata il «decreto salva-conti», concordato con l’Europa per evitare la procedura di infrazione. Approvato dal Consiglio dei ministri il primo luglio, è stato convertito in legge il 30 luglio: «In tal senso, Salvini aveva dato precise garanzie a Mattarella, con il quale si era visto riservatamente dopo la visita di Giorgetti al Quirinale». Così viene spiegato il timing della svolta di inizio agosto.

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