L’accordo politico tra Lega e M5S per fermare la TAV

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-10-29

Il commissario all’Alta Velocità vuole denunciare Toninelli che gli ricorda che sta per perdere il lavoro. Ma sullo sfondo c’è un patto tra Carroccio e grillini per dire addio all’accordo con la Francia

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Dopo la TAP è il fronte TAV il prossimo ad aprirsi per il governo Conte. Nei giorni scorsi Paolo Foietta, il commissario che presiede l’Osservatorio Torino-Lione, ha minacciato di denunciare il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per omissione di atti di ufficio. Toninelli gli ha risposto consigliandogli di andare tranquillo verso la fine del suo mandato e ricordando che il governo sta completando la famosa analisi costi-benefici sull’Alta Velocità. Un’analisi che sarebbe l’introduzione all’annullamento dell’opera, secondo le promesse grillini, o a un suo ridimensionamento, come sembra più probabile.

L’accordo politico tra Lega e M5S per fermare il TAV

Oggi Foietta rilascia un’intervista a Repubblica in cui va all’attacco del ministro e della stessa analisi, paventando costi per quattro miliardi di euro in caso di no all’opera: «Toninelli? Non l’ho incontrato neppure una volta. La denuncia? Faccio solo quel che prevede il mio incarico e continuerò fino al limite dello stalking. Sono stato nominato dal Presidente della Repubblica e rispondo al ministro delle Infrastrutture, e al presidente del Consiglio. Sono tenuto a riferire ufficialmente a loro del mio operato, ma anche loro sono tenuti ad ascoltarmi. Ormai, da sei mesi, non ricevo più alcuna risposta, non mi stanno mettendo in condizione di operare. E questo è grave. La mia denuncia è soprattutto politica». Ma Foietta soprattutto sostiene che ci sia un accordo politico tra Lega e MoVimento 5 Stelle per fermare l’Alta Velocità in cambio di altre infrastrutture che servono al Nord.

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II ministro Toninelli le ha risposto via twitter di non preoccuparsi perché presto sarà disoccupato. Cosa ne pensa?
«Di certo non mi faccio intimidire da quei tweet ministeriali che suonano tanto come processi di sopraffazione. Possono sfiduciarmi e chiedere la mia destituzione semi considerano inadeguato per questo incarico. Ma ho persino il dubbio che conoscessero il mio nome prima di sabato, almeno adesso sono certo che lo sappiano».

Luigi Di Maio ha scoperto penali milionarie sul Tap perciò ha annunciato che sarà la Tav a essere sacrificata.
«Io non ci credo che sia andata così. Era già tutto scritto. Il blocco della Tav è il frutto di un accordo politico con la Lega che non vuole fermare Tap, Terzo valico e opere che interessano il Lombardo-Veneto».

Si può dire che, a differenza del gasdotto in Puglia, fermare la Torino-Lione non comporti il prezzo di costose penali?
«Penali non ce ne sono, ma i costi per il Paese saranno oltre 4 miliardi. Anziché i 2,9 miliardi che ci servono per avere un’opera nuova, aggiornata, di rango europeo. Non c’è bisogno di una clausola, in questo caso, basta il diritto naturale. Se hai firmato un accordo e hai ricevuto dei fondi vincolati a quella destinazione, sei obbligato a restituirli se cambi idea».

TAV e analisi costi-benefici

Secondo Foietta quindi anche il Carroccio ha l’intenzione di bloccare l’opera e ha deciso di mollare l’accordo con la Francia per mantenere vivo quello di governo con il MoVimento 5 Stelle. E questo nonostante che nei giorni scorsi sia intervenuto il capogruppo della Lega a Montecitorio Riccardo Molinari per confermare l’impegno sull’opera:  «La Torino-Lione è strategica e per noi va fatta. Prendiamo atto dell’analisi costi-benefici prevista nel contratto di governo, un compromesso necessario, ma riteniamo che le grandi opere vadano fatte». Intanto però Marco Ponti, professore di economia dei trasporti che ha insegnato a Venezia e al Politecnico di Milano, in un colloquio con la Stampa oggi ha confermato che l’analisi costi-benefici è a buon punto e darà sorprese: «Le risorse pubbliche sono scarse, non si può fare tutto. L’analisi costi-benefici confronta i progetti per stabilire quali sono quelli più utili. Misuriamo costi e benefici di un’opera per la collettività. Non solo economici, il che rende l’analisi più complicata». Per esempio? «Oltre ai soldi spesi ci sono benefici per gli utenti, ricadute occupazionali, impatto ambientale positivo o negativo, potenziale diminuzione di incidenti, risparmi di tempo di viaggio e altro ancora».

«Nel merito non posso entrare. Ancora un po’ di pazienza, parleranno i numeri».

Lei è No Tav?
«Falso. Negli anni scorsi ho fatto i calcoli con i pochi numeri ufficiali disponibili. Con quei numeri, se avessi presentato un progetto di linea ad Alta velocità alla Banca mondiale, non sarei stato licenziato l’indomani, ma il pomeriggio stesso».

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Lei è un fautore del trasporto su gomma.
«Non è una mia opinione. Il trasporto su gomma rende allo Stato circa 40 miliardi netti l’anno; quello su ferro, contro cui non ho nulla, ne costa 8».

L’Alta velocità ha cambiato la vita a molti italiani.
«I buchi nel bilancio pubblico no? Tutti i progetti danno benefici, bisogna calcolarne i costi. Altrimenti l’Alta velocità ci porta in Grecia, non in Francia. Non so se è chiara la metafora».

Ponti fa sapere che l’analisi costi-benefici sarà completata di sicuro entro Natale. «Lavoriamo da luglio ma il nostro contratto è stato firmato qualche giorno fa. Per tre mesi ci siamo pagati anche treni e aerei. I miei collaboratori sono pagati secondo le tabelle ministeriali, sotto gli standard internazionali». E lei? «Io lavoro gratis. È il prezzo della mia libertà».

Leggi sull’argomento: TAP: nessuna penale e il M5S lo sapeva

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