Le domande di Calenda al Codacons

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-08

Il leader di Azioni all’attacco di Carlo Rienzi & Co.: le domande spaziano dai “bilanci non aggiornati”, all’ammontare “delle spese legali del Codacons, e tra chi sono state ripartite”, dalle pagine del sito dell’Associazione “ferme agli anni scorsi” fino a questioni decisamente più consistenti. “Perché, come ha scritto il Fatto Quotidiano, nel 2018 ha rinunciato alla costituzione di parte civile nel processo nel processo agli ex dirigenti del Monte dei Paschi di Siena?”

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Ieri Carlo Calenda ha pubblicato un video su Twitter in cui chiede conto al Codacons del suo operato, attraverso una serie di domande volte a indagare sull’attività dell’Associazione e annunciando che le questioni poste saranno oggetto di una lettera al ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli e di un’interrogazione parlamentare. Al ministero dello Sviluppo compete infatti la vigilanza sulle associazioni dei consumatori. Le domande spaziano dai “bilanci non aggiornati”, all’ammontare “delle spese legali del Codacons, e tra chi sono state ripartite”, dalle pagine del sito dell’Associazione “ferme agli anni scorsi” fino a questioni decisamente più consistenti. “Perché, come ha scritto il Fatto Quotidiano, nel 2018 ha rinunciato alla costituzione di parte civile nel processo nel processo agli ex dirigenti del Monte dei Paschi di Siena?”, chiede Calenda, evidenziando che nello stesso periodo la banca “ha firmato una transazione da 732mila euro con lo stesso Codacons?”. Ancora, il leader di Azione chiede quali siano “i rapporti tra Codacons e Autostrade per l’Italia”, anche in considerazione “delle poche critiche nei confronti di Autostrade e anche nei confronti di eventi controversi come il crollo del Ponte Morandi”.

codacons domande calenda

In particolare Calenda concentra l’attenzione sulla vicenda del milione di euro ricevuto dal Monte dei Paschi di Siena in cambio della rinuncia alla costituzione di parte civile nel processo agli ex Mps Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, in cui anche la banca è imputata e ad altri contenziosi tra le parti. Raccontò all’epoca Giorgio Meletti sul Fatto:

Il Codacons si era accodato alle proteste sul crac del Monte dei Paschi. Nel 2014 la gestione Profumo-Viola aveva fatto causa per diffamazione chiedendo a Rienzi e al suo consulente di allora, Giuseppe Bivona, 30 milioni. Rienzi e Bivona hanno chiesto a loro volta i danni a Mps, mentre il Codacons ha chiesto al Tar l’annullamento dell’aumento di capitale da 3 miliardi del 2015 e il risarcimento agli azionisti rovinati.

codacons

Nel frattempo l’associazione di Rienzi si era costituita parte civile anche contro l’ex presidente Giuseppe Mussari. Tutto è stato azzerato tra Codacons e banca, all’insaputa di Bivona contro il quale il Monte continua l’azione. Montepaschi, per togliersi la rogna, ha finanziato “sei progetti di interesse civico”pro mossi dal Codacons. Tra essi spiccano quello per la valorizzazione del latte d’asina a scopi pediatrici nella provincia di Siena e quello per la prevenzione dell’infarto del miocardio per mezzo della sottoposizione di un questionario a 500 (cinquecento) persone.

Per sostenere i progetti Mps ha versato al Codacons 732 mila euro “da pagarsi entro tre giorni lavorativi dalla conclusione del presente accordo”. Si legge nella transazione: “Il Codacons organizzerà la diffusione pubblica dei progetti, dando visibilità alla cooperazione e alla partecipazione di Mps”. La banca ha anche riconosciuto per spese legali 612 mila euro al Codacons e 291 mila personalmente a Rienzi. All’epoca il Codacons inviò una rettifica che il Fatto non ha pubblicato; a quel punto Rienzi si è rivolto al tribunale che lo ha condannato a risarcire le spese. Successivamente il Fatto ha pubblicato una richiesta di rettifica da parte del Codacons:

Chiediamo l’immediata rettifica dell’articolo A Rienzi piacciono le spese legali solo se le incassa lui, pubblicato domenica, che diffama pesantemente l’associazione Codacons ribadendo le diffamatorie accuse contenute nell’articolo del 31 ottobre scorso avverso il quale sono state proposte due querele penali. Tale articolo, laddove riferisce di “un accordo tra Monte dei Paschi e Codacons con cui la banca ha rinunciato a una causa per diffamazione contro Rienzi, il quale in cambio non si è costituito parte civile in un processo contro gli ex vertici Mps.

Codacons ha così ottenuto, tra l’altro, 612 mila euro per le spese legali, mentre Rienzi personalmente ne ha avuti 291 mila”, è falso e diffamatorio in quanto l’accordo con Mps è stato determinato non da quell’erogazione economica ma dal finanziamento di 6 importanti progetti sociali (contro la ludopatia, per la trasparenza, per le cure dei bambini allergici e altri), mentre le somme di cui scrive Meletti sono state erogate all’associazione per compensarla delle spese legali affrontate in 5 anni per 8 avvocati e 5 periti ed economisti ingaggiati per contrastare le azioni della banca. Quanto alla costituzione di parte civile nei processi contro i vertici di Mps se il cronista si fosse informato come suo dovere avrebbe saputo che oltre 600 risparmiatori sono costituiti parte civile contro quei vertici assistiti proprio dal vicepresidente Codacons avvocato Bruno Barbieri.

La replica di Meletti è stata , diciamo, abbastanza esaustiva:

La verità è che il cronista si informa come suo dovere e pubblica notizie documentate e verificate, mentre Rienzi continua a molestarci con sedicenti “re t t i f i c h e”la cui “natura diffamatoria”è stata rilevata dallo stesso Tribunale di Roma con ordinanza del 14 marzo scorso. E quindi, nuovamente, dobbiamo ricordare allo smemorato che cosa ha firmato con il Monte dei Paschi: “BMPS, in ragione del suddetto spirito conciliativo e allo scopo di favorire la definizione di ogni controversia con il Codacons, si impegna a:
(i) sostenere sei progetti di interesse civico (…) mediante versamento da parte di quest’ultima dell’importo di (…) Euro 732.000,00 da pagarsi, dietro emissione di relative fatture, entro tre giorni lavorativi dalla conclusione del presente accordo;
(ii) corrispondere un contributo alle spese legali sostenute dal Codacons e dall’avv. Rienzi per l’attività resa dai professionisti incaricati nei vari, giudizi indicati nelle premesse, (…) per un ammontare lordo di Euro 612.821,40 a favore del Codacons e di Euro 291.824,00 per l’avv. Rienzi, da pagarsi entro tre giorni lavorativi dalla conclusione del presente accord o”.

E ancora: “Il Codacons dichiara di rinunciare a ogni e qualunque pretesa o diritto fatto valere mediante la costituzione di parte civile e la chiamata del responsabile civile nei confronti di BMPS nel procedimento penale n. 29634/2014 RGNR e nel procedimento penale n. 955/2016 in corso presso il Tribunale di Milano, così come a ogni pretesa o diritto derivante da, o connesso con, i titoli azionati attraverso la costituzione di parte civile e la chiamata del responsabile civile. (…) In coerenza con le rinunce di cui agli articoli che precedono, il Codacons dichiara di rinunciare anche a spiegare e a coltivare il proprio intervento in giudizio a sostegno delle cause promosse nei confronti di BMPS o di ex esponenti di BMPS da investitori in strumenti finanziari emessi da BMPS nel tempo fino alla data odierna, per gli stessi fatti oggetto dei due procedimenti penali sopra indicati, ferma la possibilità – per i legali incaricati o indicati dall’associazione – di continuare a prestare assistenza in favore di singoli investitori”.

Questo Rienzi ha firmato e di questo abbiamo dato notizia. Il fatto che i singoli, non avendo beneficiato della transazione e non avendo ricevuto alcun ristoro economico, si siano costituiti parte civile nei confronti di MPS non smentisce affatto quel che è stato scritto, ma introduce un tema interessante, visto che tutti e 600 sono assistiti dallo stesso avvocato che è anche vicepresidente del Codacons. Sarebbe utile sapere se questa scelta dipenda, al di là della bravura del legale che non è in discussione, anche dal fatto che non si fa pagare, essendo del Codacons, scelta encomiabile, anche se, al riconoscimento di danni, farebbe seguito anche il pagamento delle spese da parte degli imputati, come il Codacons sa bene. Se così non fosse, si porrebbero quesiti cui sarebbe utile dare una risposta.

EDIT ORE 9,14: Il Codacons fa sapere al Corriere della Sera che risponderà alle domande dell’ex ministro.

EDIT ore 12,44: Il Codacons invia alle ore 12,27 all’indirizzo gmail di neXtQuotidiano questa succinta replica di appena sette pagine non incollabili che ovviamente pubblichiamo in forma integrale (basta un click sulle immagini per ingrandirle):

EDIT ore 18,35: Dopo aver segnalato nell’edit che la succinta replica di sette pagine non incollabili non era una grandissima idea, l’associazione dei consumatori invia testo incollabile sostenendo che:

Solo in apparenza pubblicate la rettifica del Codacons, ma nei fatti la censurate rendendo difficile se non impossibile la lettura del testo ai vostri lettori, si richiede, ai sensi della legge sulla stampa, la pubblicazione integrale della rettifica già inviata questa mattina (e che per comodità vi rimettiamo di seguito), rettifica che deve avere la stessa visibilità data all’articolo in questione e non deve essere inserita tramite immagini.

In realtà, è stata l’idea del Codacons di inviare una replica in sette pagine non incollabili a rendere impossibile la pubblicazione del testo. Tuttavia, avendo già pubblicato la prima parte per immagini (quella in cui sono loro a fare domande a Calenda che non rettificano alcunché riguardo le affermazioni di Calenda), pubblichiamo soltanto le risposte alle domande poste da Calenda, lasciando al lettore la curiosità, se vorrà, di leggere il testo intero della “rettifica” anche nelle parti in cui non rettifica. Segnaliamo, dissociandocene perché siamo contrari agli insulti, che in questo testo viene affermato, senza peraltro nominarlo, che il rapper Fedez “sfrutta l’immagine del figlio per fare due soldi” e che è un “ignorante”:

1- il nostro ineffabile Calenda non sa che proprio il Codacons ha sempre chiesto indagini e chiarezza sulle associazioni dei consumatori del Cncu, e ha addirittura fatto cancellare alcune organizzazioni sia dall’elenco del Cncu, sia da quello delle associazioni ambientaliste, con sentenze che hanno accertato che moltissimi di questi enti non avevano titolo per stare in quei registri o che addirittura alcuni avevano sottratto indebitamente 800.000 euro di contributi per l’editoria e, solo grazie alla nostra azione legale, hanno dovuto restituirli. E non sa nemmeno che abbiamo fatto restituire alle Regioni italiane 10 milioni di euro incassati per combattere la ludopatia, erogati secondo procedure illegali. Potremmo andare ancora aventi ed essere anche più precisi quando il solerte controllore vorrà chiederci le sentenze del Tar e Cds ottenute dal Codacons. Quindi ben vengano interrogazioni e controlli anche se si dovesse scoprire che il sig. Calenda, nel non saper fare il ministro, si è fatto soffiare sotto il naso fondi non dovuti e nemmeno ha mosso un dito per impedirlo.
2- la sua sommarietà nell’analisi poco attenta del Codacons purtroppo ci costringerà ad una nuova querela nei suoi confronti oltre quella già presentata per aver Calenda fatte proprie le fandonie di un rapper che sfrutta l’immagine del figlio di 2 anni per far soldi (Calenda potrebbe presentare una interrogazione su questo?).
3- dovremo querelare Calenda perché continua ad affermare che il Codacons percepisce fondi pubblici ma non ci spiega quali, e anche in questo dovrebbe essere più preciso e dire che non è l’associazione a prendere fondi pubblici, ma tutte le associazioni per legge avviano e realizzano progetti sociali per i cittadini.
4- dovremo querelarlo per avere insinuato – mentre poteva facilmente verificarlo – che gli avvocati del Codacons prendono soldi per le cause che fanno per l’associazione. Assicuriamo il sig. Calenda che gli avvocati del Codacons non hanno preso un euro per denunciarlo alla Procura della Repubblica per abuso di atti di ufficio per aver egli sottratto quei fondi dalla loro finalità istituzionale danneggiando milioni di cittadini. E siamo così onorati che anche i supremi giudici abbiano affermato che il Codacons non fa cause per se stesso ma sempre e solo nell’interesse dei cittadini al punto da meritare anche di fruire del patrocinio a spese dello Stato (Ordinanza Cds n. 2784/2020). Quanto poi alla ossessione del sig. Calenda per gli avvocati che lavorano come volontari per l’associazione, nell’attesa che il solerte ex ministro inventi il lavoro gratuito possiamo tranquillizzarlo: il Codacons ha svolto e svolge una missione importantissima che è quella di calmierare i costi di accesso ai tribunali e agevolare l’accesso dei cittadini meno abbienti e indifesi alla costosa giustizia, sicchè attraverso il metodo delle convenzioni di quota lite consente al cittadino di non pagare un euro per accedere ai tribunali con l’impegno a dare poi una parte di quanto recuperato col giudizio, nel rispetto dei principi fissati dalla Corte di Cassazione e del Consiglio Nazionale Forense. Con questo metodo Codacons è riuscito a dare giustizia a decine di migliaia di precari della scuola (oltre 2000 cause per indennizzo o stabilizzazione vinte in tutta Italia) a migliaia di giovani specializzandi medici, a decine di migliaia di vittime di crac finanziari, a migliaia di vittime di malasanità, a migliaia di vittime di vessazioni e prepotenze di ogni genere, così per le vittime del naufragio della Costa Concordia, per i parenti dei cittadini morti a causa dell’inquinamento dell’Ilva, e nei prossimi mesi, ci auguriamo, per le migliaia di vittime nelle Rsa di tutta Italia. E così facendo la nostra associazione si è guadagnata un giudizio lusinghiero e di cui andiamo fieri dalla Corte di Cassazione che ha riconosciuto alla nostra associazione il compito di “spianare la strada, tramite il superamento degli ostacoli di ogni genere di cui tale strada potrebbe essere disseminata, ove ad agire fosse il singolo: non ultimo quello insito nelle remore del cittadino isolato ad affrontare costose controversie per somme relativamente modeste, nei confronti di avversari agguerriti.”(Cass. n.17351/11). Ma pretendere che il sig. Calenda sappia queste cose sarebbe davvero troppo!!! Lui nemmeno si ricorda che quando era ministro, consapevole delle difficoltà della gente più fragile, presentò una proposta di legge proprio per le associazioni diretta ad esonerare le onlus dal pagamento dell’odioso balzello del CU, ma forse lo fecce costretto e quindi preferisce dimenticarlo….
5- lo dovremo querelare perché cerca di accreditare una nostra struttura non democratica laddove nessuna associazione come il Codacons osserva la legalità e le regole democratiche. Certo più che nel suo partitino in cui solo lui sembra decidere tutto e dove prende i fondi per la propria attività. Ce lo manda un bilancio del suo partito sig. Calenda? Alle nostre assemblee regionali che precedono l’assemblea nazionale per le elezioni dei delegati partecipano centinaia di cittadini, sicché è davvero da ignoranti fingere di non saperlo. E diciamo anche che la nostra dirigenza si compone di 5 presidenti nazionali e 7 vicepresidenti nazionali, di un segretario generale e di tanti responsabili dei vari dipartimenti. Calenda evidentemente confonde il nome ricorrente del fondatore e presidente Rienzi con il potere assoluto, non capendo che il portavoce di forte personalità …vivaddio…sembra l’unico dirigente, ma non lo è.
6- lo dovremo querelare perché sull’accordo con Mps poteva semplicemente andarsi a leggere la rettifica inviata al Fatto Quotidiano e pubblicata sul web (vedi link https://codacons.it/il-caso-mps-e-la-narrazione-de-il-fatto-quotidiano/ ) dove tutto è trasparente e spiegato perfettamente, ivi compreso l’onorario pagato all’avv Rienzi come parte citata personalmente e con intento estorsivo e violento da Mps in un giudizio di risarcimento da 30 milioni di euro che ha richiesto una difesa di 10 avvocati e periti, che sono anche stati sottopagati con quel modesto compenso complessivo di euro 291mila. Vedrà con i suoi occhi il sig. Calenda quanto gli costerà doversi difendere con bravi avvocati e periti dalle nostre querele e citazioni in giudizio, e poi ci saprà dire.
7- lo dovremo querelare per le insinuazioni sui rapporti del Codacons con le aziende in generale e in particolare con Autostrade per l’Italia. Tale società e il bravissimo Ing. Castellucci hanno inventato la Consulta per la sicurezza stradale, una struttura di tutti gli stakeholder che hanno voce sul delicato tema della sicurezza e che è riuscita a introdurre il Tutor sulle autostrade italiane, portando al dimezzamento di incidenti e morti sulle strade, e a lui siamo molto grati. Né ci sentiamo di condannare alcuno prima della sentenza definitiva (l’assoluzione di Castellucci dalla vicenda di Benevento è sfuggita al Calenda ma di questa maliziosa omissione dovrebbe avere querela non da noi, quindi facciamo finta di non essercene accorti).
8- lo dovremo querelare perché non abbiamo rapporti economici con Autostrade per l’Italia ma realizziamo progetti per tante aziende attraverso il ns ente commerciale notificato al Mise (nel rispetto delle prescrizioni contenute nell’art. 137, comma 3 del Codice del Consumo, dell’art.3, comma 2, lett. g), del DM n.260/2012, e della Circolare prot. n° 0038226 del 5 marzo 2013 del Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione Direzione Generale per il Mercato, la Concorrenza, il Consumatore, la Vigilanza e la Normativa Tecnica, Divisione XI – Politiche normative per i consumatori)  e anche da lui stesso quando, forse senza nemmeno rendersene conto, occupava indegnamente quella poltrona al Ministero come fosse cosa sua ….
9- dovremo querelarlo per aver insinuato che siamo stati benevoli verso i responsabili (peraltro ancora non accertati) del crollo del ponte Morandi. Se avesse cercato sul web in meno di un secondo si sarebbe accorto che il Codacons è l’unica associazione ammessa come parte civile in quel processo penale. Quindi o Calenda non sa leggere, o ha voluto omettere questa informazione con l’intento evidente di diffamare il Codacons.
10- quanto alla ripresa delle fandonie di un rapper ignorante su una inesistente raccolta fondi del Codacons per la sanità italiana, lo abbiamo già querelato quindi lo rinviamo per la risposta alla querela nei suoi confronti, che forse non ha saputo leggere in quanto troppo tecnica per lui….
11- per quanto riguarda il servizio di assistenza psicologica, questo è realizzato da bravissime psicologhe che collaborano con l’associazione, psicologhe di cui Calenda, nel suo video, ha messo in dubbio la professionalità e le capacità, e anche per questo sarà querelato, forse dalle stesse psicologhe.
12- per i costi dei servizi telefonici, se Calenda vorrà farsi carico di rispondere alle migliaia di richieste telefoniche dei cittadini e lo farà gratis, gli saremo grati in eterno. Il Codacons ha realizzato un servizio telefonico di assistenza ai consumatori, che purtroppo ha dei costi che non possono essere affrontati unicamente dall’associazione, non godendo la stessa di alcun fondo.
13- un ultimo accenno alla bassa credibilità del Codacons, il finale del suo fuoco d’artificio fatto con i fiammiferi bagnati: siamo l’unica associazione che interloquisce con i Ministeri, con la Guardia di Finanza, con l’Aifa, con la Presidenza del Consiglio, l’unica associazione ammessa dall’Antitrust al procedimento sulla fusione Ubi-Intesa, e unica associazione che viene amata e rispettata da un milione e mezzo di lettori della propria newsletter, e che nel periodo dell’emergenza Covid ha realizzato centinaia di azioni a favore dei cittadini proprio come era scritto sul sito (vedi link https://codacons.it/codacons-contro-il-coronsvirus/ ) e che in un anno ha avuto 9.665 citazioni sulla stampa e nel periodo del Covid circa 3.000 citazioni e il ringraziamento esplicito di presidenti di Regione e altre altissime autorità, e ad aver ricevuto le seguenti parole dal Sommo Pontefice, Papa Francesco, che “esprime il suo vivo compiacimento per tale gesto di solidarieta’ che sollecita ogni uomo di buona volonta’ a riflettere e a impegnarsi attivamente affinche’ nessuno, a immagine del buon Samaritano, sia estraneo e distante nei confronti di coloro che si trovano ad affrontare momenti di difficolta’ e di bisogno”.
14- et de hoc satis e speriamo di non veder mai seduto in Parlamento a infangare una importante istituzione un individuo come questo Carletto Calenda che, alla luce dei suoi innegabili fallimenti e della smania di diffamare, ha una credibilità non bassa, ma sotto lo zero.
15- amen!!

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