Le 3600 case del ministero della Difesa occupate abusivamente

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-17

Quattro anni fa era stata la Corte dei Conti a lanciare l’allarme sulle«occupazioni sine titulo» ,ma anche su quelle — oltre 5.000 —che sono state di fatto abbandonate perché non ci sono i soldi per la manutenzione. Ora scatta l’inchiesta e si va a caccia del danno erariale

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Ci sono militari che nonostante non abbiano alcun titolo continuano a occupare l’alloggio messo loro a disposizione dal ministero della Difesa. Utilizzando lo stesso escamotage della ministra Elisabetta Trenta. E non sono pochi casi isolati, visto che su un totale di 16.500 immobili, sono circa 3.600 quelli finiti al centro dell’inchiesta della Procura di Roma nata dopo una relazione dello Stato Maggiore. Spiega oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:

Molti occupanti «abusivi» sono militari che si sono congedati oppure sono andati in pensione. Le norme dicono che dovrebbero subito traslocare e invece rimangono indisturbati. Moltissimi sono anche i figli dei soldati deceduti o le vedove. Alcuni di loro — questo emerge dai primi accertamenti —non avrebbero effettuato la comunicazione agli uffici competenti nascondendosi dietro la giustificazione di aver creduto che toccasse all’amministrazione effettuarla. E da anni sono affittuari senza che sia vivo il titolare del contratto.

Ci sono poi i dipendenti civili, spesso trasferiti in altri ministeri o addirittura non più al servizio dello Stato che hanno sfruttato le carenze dei controlli. Le verifiche effettuate nei mesi scorsi avrebbero fatto però emergere anche attestazioni false — comprese quelle riguardanti le cosiddette «fasce protette» — e proprio per questo si è deciso di trasmettere gli atti alla magistratura.

case ministero difesa occupate

Quattro anni fa era stata la Corte dei Conti a lanciare l’allarme sulle«occupazioni sine titulo» ,ma anche su quelle — oltre 5.000 —che sono state di fatto abbandonate perché non ci sono i soldi per la manutenzione:

E aveva denunciato«la gravità della situazione, che necessità di interventi chiari, precisi e puntuali e che vede oltre la metà degli alloggi esistenti indisponibili per il loro naturale impiego, perché occupati “sine titulo” o perché in attesa di lavori di ripristino». Appartamenti che dovrebbero essere assegnati ai soldati inviati fuori sede che invece rimangono senza alloggio proprio per gli abusi degli altri.

Racconta invece Valentina Errante sul Messaggero che a vivere indebitamente negli alloggi di servizio sono nella maggior parte dei casi ex militari con il titolo concessorio scaduto. Ma nell’elenco ci sono soprattutto figli o vedove, che avrebbero da tempo dovuto lasciare l’appartamento destinato al padre o al marito defunto, e invece continuano ad occupare le case. Nella lista dei “sine titulo” ci sarebbero anche parenti di esponenti dell’Esercito, della Marina o dell’Aeronautica, che pagano il canone a nome del titolare della concessione. In pochi casi si tratterebbe, invece,di alloggi assegnati nel tempo anche al personale amministrativo del ministero.

La mappa completa dei“sine titulo” è stata messa a punto nei mesi scorsi dallo Stato maggiore della Difesa e trasmessa alla procura di Roma. Un lavoro non facile per il pm Gennaro Varone, titolare del fascicolo, che dovrà esaminare tutti i casi e stabilire quali reati si configurino. La competenza è della procura di Roma e non di quella militare, perché la maggior parte degli occupanti non ha alcun rapporto con il ministero della Difesa. O si tratta di militari in pensione. Episodi di abusi d’ufficio potrebbero poi prevedere l’intervento della procura militare. Il nodo riguarda le cosiddette fasce protette, tutelate da un decreto del 2014.

Ora bisognerà calcolare il danno erariale.

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