L’anagrafe di Torino non registra il figlio di due madri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-17

Un bambino concepito con tecniche di procreazione assistita di tipo eterologo, figlio di due mamme, non è stato registrato dall’ufficio anagrafe del Comune di Torino. Il piccolo, figlio di Chiara Foglietta, consigliera comunale di Torino, e Micaela Ghisleni, è venuto al mondo il 13 aprile. Stamattina le due mamme si sono recate all’ufficio anagrafe dell’ospedale …

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Un bambino concepito con tecniche di procreazione assistita di tipo eterologo, figlio di due mamme, non è stato registrato dall’ufficio anagrafe del Comune di Torino. Il piccolo, figlio di Chiara Foglietta, consigliera comunale di Torino, e Micaela Ghisleni, è venuto al mondo il 13 aprile. Stamattina le due mamme si sono recate all’ufficio anagrafe dell’ospedale Sant’Anna per registrare la nascita del bambino, ma gli impiegati hanno rifiutato di ricevere il riconoscimento del figlio da entrambe le madri, nonché la dichiarazione – da parte della sola Chiara – che il figlio è stato concepito a seguito di tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, con gamete maschile di donatore anonimo, come peraltro indicato in tutta la cartella clinica.

chiara foglietta torino

“L’anagrafe – spiega il legale della coppia, Alexander Schuster – usa le formule previste dal Ministero nel 2002. Queste ignorano completamente la riproduzione assistita, anche in contesti di coppie di sesso diverso, o donne senza partner, e obbligano a dichiarare che la nascita deriva da un’unione naturale, cioè dal rapporto sessuale, con un uomo, di cui si puo’ non fare il nome, ma che si garantisce non essere né parente né nei gradi di parentela vietati dall’ordinamento italiano”. “Sono andata via, mi sono rifiutata di dire il falso – spiega Foglietta – cosi’ come consigliato dal mio avvocato. Abbiamo un documento che attesta come sia avvenuto il concepimento in una clinica danese. Oggi a noi viene negato il diritto di inserire dichiarazioni veritiere nell’atto di riconoscimento e a nostro figlio il diritto ad un’identità corrispondente alla realtà, il diritto a conoscere l’insieme di eventi che hanno determinato la sua esistenza”. “Cio’ che il Comune chiede a Chiara – aggiunge il legale – e’ di dichiarare il falso in atto pubblico, con conseguenti gravi responsabilità penali. L’inerzia di un Ministero non può esporre i cittadini a responsabilita’ di questo tipo. Il Comune, che speriamo ritorni sui propri passi, deve dare istruzioni ai propri uffici perche’ non e’ la realta’ a doversi adeguare a formule antiquate, semmai il contrario”. L’episodio è stato commentato anche dalla compagna di Chiara Foglietta, Micaela Ghisleni. “Ho fortemente voluto questo figlio insieme a Chiara, mi sono assunta l’impegno e le responsabilita’ proprie di un genitore nel momento stesso in cui ho firmato l’atto per il consenso alla Pma nella clinica danese. E’ un impegno che voglio e devo onorare, come scelta consapevole e volontaria di nove mesi fa”.

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