La telefonata di Di Maio a Grillo dal bunker (e il progetto con Dibba)
di Mario Neri
Pubblicato il 2020-01-22
Tra i retroscena dell’addio di Luigi Di Maio alla leadership del MoVimento 5 Stelle prima del voto in Emilia-Romagna, come pronosticato dal Fatto e smentito dall’Ufficio Comunicazione, Stampa & Propaganda del M5S sdegnosamente qualche giorno fa, c’è anche un grande classico: la telefonata dal bunker. Simone Canettieri sul Messaggero rivela che il quasi ex Capo …
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Tra i retroscena dell’addio di Luigi Di Maio alla leadership del MoVimento 5 Stelle prima del voto in Emilia-Romagna, come pronosticato dal Fatto e smentito dall’Ufficio Comunicazione, Stampa & Propaganda del M5S sdegnosamente qualche giorno fa, c’è anche un grande classico: la telefonata dal bunker. Simone Canettieri sul Messaggero rivela che il quasi ex Capo Politico dei grillini ha telefonato a Beppe Grillo:
Di Maio – «che in queste ore si fida di pochissime persone» – nel pomeriggio avvisa il premier Conte della sua scelta. E poi chiama Beppe Grillo. Questa è la telefonata più complicata: «Non ce la faccio più: è impossibile andare avanti così», si sfoga il ministro degli Esteri con il Garante. In tanti chiamano in serata Grillo, tutti con un moto d’apprensione. E lui prova a sfilarsi: «So che Luigi domani parlerà. Che dirà? Chiedete a lui, ragazzi». Anche il padre nobile è preoccupato: non sa come si muoverà il suo (ex) pupillo.
E poi? E poi nei piani di Di Maio c’è qualcosa da fare con Alessandro Di Battista:
A un certo punto, chiuso nel bunker della Farnesina, Luigi Di Maio evoca chi è lontano migliaia di chilometri, in Iran: «Potrei fare una cosa con Dibba, un domani». E cioè Alessandro Di Battista, con il quale condivide una certa allergia nei confronti del Pd. Entrambi d’altronde erano contrari al governo giallorosso. Già ma cosa? L’unica certezza è che un Movimento organico nel centrosinistra non potrà mai andargli a genio.
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