Fact checking
La "supercompetenza" del MoVimento 5 Stelle
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-01-30
Ieri Di Maio ha rivendicato le grandi capacità dei candidati M5S all’uninominale. Sarà sicuramente così. Ma qualche idea sulla supercompetenza con cui il MoVimento 5 Stelle ha indagato sui suoi candidati prima di proporli ce la possiamo fare tranquillamente
«La nostra è una squadra di supercompetenti», ha detto Luigi Di Maio al Tempio di Adriano presentando i candidati nei collegi uninominali. Qualche ora dopo dalla squadra cadeva il primo titolare, quello presentato per primo durante la kermesse, perché i “supercompetenti” si sono accorti soltanto dopo la pubblicazione di questo articolo che Rinaldo Veri, ammiraglio che doveva guidare la nave dei 5 Stelle nel collegio di Roma 10 alla Camera, era stato candidato sindaco e poi eletto consigliere comunale a Ortona con una lista civica alleata con il Partito Democratico.
La “supercompetenza” del MoVimento 5 Stelle
Naturalmente nessuno può mettere in dubbio la supercompetenza degli uomini e delle donne scelti da Luigi Di Maio per sfidare i candidati degli altri partiti nei collegi uninominali del Rosatellum; di certo però qualche idea sulla supercompetenza con cui il MoVimento 5 Stelle ha indagato sui suoi candidati prima di proporli ce la possiamo fare tranquillamente. E così notiamo che la notizia di Veri ex candidato sindaco a Ortona era talmente nascosta da trovarsi sulla pagina Wikipedia dedicata all’ammiraglio. Da lì è stato facile trovare la lista degli eletti e contattare chi era in consiglio comunale per verificare che Veri fosse ancora consigliere della lista civica: un lavoro di pochi minuti che tuttavia chi si sta candidando alla presidenza del Consiglio di una potenza industriale non è evidentemente riuscito a fare.
Non solo: Veri, nella nota con cui ha ritirato la candidatura, ha sostenuto di non essere informato sulla “regola prevista dal regolamento del M5S che impedisce a chi ha già una carica elettiva di potersi candidare e proprio per questo non avevo ritenuto necessario informare di questa mia carica il candidato premier Luigi Di Maio”. Il che sembra incredibile, visto che le polemiche sugli ex qualcosa poi candidati con il MoVimento 5 Stelle riecheggia a ogni presentazione dei candidati grillini e il nuovo regolamento del M5S è regolarmente disponibile online e indica chiaramente i motivi di incompatibilità. Ma soprattutto: il M5S prima di candidarlo non si è informato su di lui, non ci ha parlato per verificare la sua conoscenza e la sua adesione ai principi grillini? La supercompetenza del M5S non l’ha ritenuto necessario?
La situazione di Di Maio è disperata ma non seria
Dei 630 deputati, 231 saranno eletti in collegi uninominali. Dei 315 senatori, 115 saranno eletti in collegi uninominali. Ma il M5S ha schierato in moltissime sfide deputati e senatori uscenti, su cui i controlli erano superflui (o comunque molto più facili). I nomi restanti da controllare non erano certo moltissimi e in due settimane era possibile farli tranquillamente. Eppure il M5S non si è accorto che lo sfidante di Renzi nel collegio senatoriale di Firenze 1, Nicola Cecchi, è un ex iscritto al Partito Democratico e un ex renziano che ha fatto campagna per il referendum sulle riforme.
Dov’è finita la supercompetenza? E chi non riesce a controllare una lista di nomi è in grado di tenere sotto controllo il Paese? E Salvatore Caiata, 47 anni, candidato alla Camera in Basilicata con il M5S, presidente del Potenza Calcio e con un passato da dirigente del PDLprovinciale? E Renato Scalia, ex ispettore capo della Digos a Firenze, che dal palco parla di «uno Stato che sta dalla parte dei carnefici» dicendosi «giustizialista» ed è candidato alla Camera a Empoli, ma ha già corso a sostegno del sindaco Dario Nardella a Firenze («Era in una lista civica – spiegano i vertici – può restare»)?
Il problema della competenza e quello delle capacità
I casi per l’uninominale non finiscono qui. Vittoria Casa, candidata alla Camera nel collegio di Bagheria, è stata assessora di giunta e personalità importante del Partito Democratico nella cittadina dove sindaco è Patrizio Cinque. Anche qui i tempi i tempi delle regole del M5S la dovrebbero penalizzare, ma è giusto che Di Maio scelga in totale libertà chi può rappresentare il suo partito in Parlamento. Ma allora a cosa serve fare regole così stringenti se poi bisogna violarle? Altro caso: Riccardo Nuti segnala su Facebook Francesco Mollame, assessore nel 2013 per Gianfranco Bonnì sindaco contro il m5s, e nel 2008 candidato sindaco con l’ MPA. I giornali siciliani parlano di Rino Marinello, candidato con Berlusconi.
Il tutto ovviamente accade mentre Vincenzo Spadafora, braccio destro di Di Maio, va a candidarsi in Campania e Elio Lannutti, uscito dal parlamento nel 2013 (era entrato con l’Italia dei Valori), si presenta con il M5S. E tanti candidati continuano a “sparire” dopo essere arrivati nella lista del M5S pubblicata sul Blog delle Stelle senza alcuna motivazione, cosa che espone i grillini ai rischi di risarcimenti a quattro o cinque zeri. Il caso di Mario Corfiati è emblematico: il Corriere parla di alcune sue foto su siti di incontri (e se anche fosse, che male ci sarebbe?) e lui, il più votato alle Parlamentarie di Torino, sparisce dalla lista.
Su Facebook Corfiati scrive: “Non mi sono ritirato dalle Parlamentarie M5S Camera 2018, fino ad ora non ho ricevuto comunicazione ufficiale con annesse motivazioni del movimento per il mio depennamento dalla lista”. Non si fa tanta fatica a credergli, visto che tutti quelli che sono finiti fuori dicono di non aver ancora saputo perché. Eppure il M5S aveva detto che i profili dei candidati erano stati scandagliati PRIMA dell’apertura delle Parlamentarie (era sfuggito lo “stripmen”, ma sono cose che succedono!). La supercompetenza del MoVimento 5 Stelle è questa qua? E i grillini si rendono conto che governare un paese è molto più complesso di selezionare candidati per le Parlamentarie?