Opinioni

La strana matematica dei fan di Renzi e della Troika

Guido Iodice 10/07/2015

E così Tsipras alla fine non solo avrebbe capitolato, ma addirittura avrebbe proposto un piano con più austerità di quella richiesta dalla troika: si passa da 8 miliardi (piano Juncker pre-referendum) a 12 (piano Tsipras post referendum). Titola, ad esempio, Linkiesta: “La Grecia vota Oxi, ma il piano Tsipras è peggiore di quello della Troika” […]

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E così Tsipras alla fine non solo avrebbe capitolato, ma addirittura avrebbe proposto un piano con più austerità di quella richiesta dalla troika: si passa da 8 miliardi (piano Juncker pre-referendum) a 12 (piano Tsipras post referendum).
Titola, ad esempio, Linkiesta: “La Grecia vota Oxi, ma il piano Tsipras è peggiore di quello della Troika”
E spiega:

Le misure contenute nella controproposta di Tsipras dovrebbero valere 12 miliardi di euro, mentre nella proposta rifiutata – chiamiamola “proposta Juncker” – erano di 8 miliardi. Il conto è più salato perché nel frattempo, grazie alle scelte politiche temerarie del leader di Syriza, l’economia greca si sta sgretolando.

Ma è davvero così? No.
La cifra di 12 miliardi (in realtà sono 13) deriva dall’estensione del calcolo degli effetti su 3 anni invece che 2. Esempio: se riduco i prepensionamenti il primo anno risparmierò, diciamo, 100 milioni, il secondo 200. Totale: 300. Ma trattandosi di una misura strutturale, permanente, il risparmio ci sarà anche il terzo per, diciamo, altri 200 milioni. Totale: 500. E poi il quarto e quinto, ecc.
Per i media pare troppo difficile fare questo calcoletto. Bisogna vendere l’idea che Tsipras ha capitolato, che è morto, che è finito.
Bisogna fare come Renzi, che invece ubbidisce alla Merkel e lui sì ottiene tanti risultati, ad esempio essere chiamato ai vertici europei e non andarci apposta, come vuole farci credere l’Huffington Post, perché lui è troppo figo per farsi invitare tardi e per di più su proposta del pecoraio greco.
Ma lasciamo perdere e pensiamo alle cose serie. Ciò che ha ottenuto Tsipras facendo il matto con il referendum e portando la Grecia sull’orlo del Grexit è di aver aperto la discussione sulla ristrutturazione del debito greco, che prima era un tabù e invece oggi è sul tavolo, con USA e Francia senza ambiguità dalla parte della Grecia. Al punto che il presidente del consiglio europeo twitta così:


[Alla proposta realistica di Atene deve corrispondere una realistica posizione dei creditori sulla sostenibilità del debito]
 
Come finirà lo vedremo domenica. Ma quel che è certo è che oggi il governo greco è meno isolato di prima.
 
 
 

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