La rivolta interna al M5S sullo ius soli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-18

La senatrice Paola Nugnes ha chiesto con altri parlamentari un’assemblea congiunta per discutere di migranti e diritti: richiesta rifiutata.

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Ci sono anche grillini coerenti. Mentre qualcuno non ha problemi a farsi smentire da Beppe Grillo e ad azzittirsi su tematiche che gli stanno (stavano) molto a cuore, per lo meno a parole, altri combattono la loro battaglia anche se non a viso aperto. Ilario Lombardo sulla Stampa racconta una storia molto interessante che riguarda lo ius soli:

Dopo la decisione di Grillo di far astenere il gruppo al Senato sullo ius soli, la senatrice Paola Nugnes ha chiesto con altri parlamentari un’assemblea congiunta per discutere di migranti e diritti: richiesta rifiutata. Le è stato risposto: «Se n’è parlato anche troppo». I parlamentari sono costretti a inghiottire. Il M5S che decide in assemblea non c’è più. Sempre Nugnes ha provato a proporre: «Perché invece dire di no, votiamo la legge sullo ius soli e diciamo che quando andremo al governo la miglioreremo?».
Risultato? Grillo torna a parlare di ius soli e lo definisce «un pastrocchio invotabile». Lo stesso giorno Di Maio rilascia un’intervista a Libero, quotidiano non scelto a caso che sembra dar ragione a chi dopo la sconfitta alle amministrative sostiene che il M5S strizzi l’occhio a destra e stia scivolando su posizioni leghistizzanti.

paola nugnes
Anche altri, racconta sempre La Stampa, non erano felicissimi della scelta:

Come Giorgio Sorial che alla Camera venerdì cercava di nascondere dietro il sorriso il suo imbarazzo. «Ma come, i tuoi fratelli africani immigrati non avranno la cittadinanza?». Alla battuta Sorial ha risposto ironico: «Mio fratello e mia sorella in realtà ce l’hanno». Intendeva quelli di sangue. Ma sono tanti altri a volere spiegazioni su migranti e alleanza con la Lega. Come Giuseppe Brescia. Anche Roberto Fico ha provato a tenere il punto, facendo un elogio dei diritti umani che stona con i toni di Di Maio e Grillo. Ma nessuno, alla vigilia delle ricandidature per la prossima legislatura, critica apertamente.

Insomma, tra i grillini è difficile mettersi contro il leader alla vigilia delle ricandidature. Come in tutti gli altri partiti da sempre. Alla faccia della diversità.

Leggi sull’argomento: La supercazzola di Beppe Grillo contro lo ius soli

 

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