La querela di Alfredo Romeo a Virginia Raggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-03-03

Gli affari dell’imprenditore napoletano nella Capitale e le dichiarazioni della sindaca di Roma alla Commissione Antimafia del 19 ottobre scorso

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Alfredo Romeo ha querelato Virginia Raggi. La notizia è dell’ottobre scorso ma oggi il Corriere della Sera Roma ci ritorna su, ricordando gli affari dell’imprenditore napoletano nella Capitale e soprattutto le dichiarazioni della sindaca di Roma alla Commissione Antimafia del 19 ottobre scorso:

«Roma non conosce il proprio patrimonio immobiliare che per anni é stato affidato a società esterne. – spiegò lei ad ottobre a margine della sua audizione alla Commissione Antimafia -. La Romeo Gestioni dopo la fine del contratto ha portato via tutti i dati su pc e poi ci ha restituito cento bancali di carte, ci vorrebbero secoli per esaminarli…». La risposta di Romeo, come anticipato, è stata una «richiesta di risarcimento danni milionaria: l’appropriazione di dati di proprietà della pubblica amministrazione da parte di una società incaricata di pubblici servizi rientra nella fattispecie di peculato, e un’affermazione di questo tipo si configura come una calunnia». Al giudice, quindi, richiesta di risarcimento «proporzionale all’entità del proprio fatturato e della propria dimensione operativa sul territorio nazionale».

salvatore romeo virginia raggi
Al centro c’è il caso dell’archivio cartaceo «scaricato» all’ex Fiera di Roma e il patrimonio, gestito praticamente «in esclusiva» dalla Romeo Gestioni per circa dieci anni, cioè dal primo affidamento del 2005 all’ultima proroga fino all’ottobre 2014, un modello «global service» da 11 milioni che affiancava alla manutenzione ordinaria degli immobili (4 milioni di euro) anche l’attività amministrativa, dall’invio delle bollette alla contabilità passando per i contenziosi (7 milioni di euro).

Perché durante affittopoli, le accuse incrociate colpirono «necessariamente» la società da dieci anni incaricata della gestione del patrimonio. Si insisteva, soprattutto, sul mancato recupero delle morosità, o comunque l’avvio di azioni legali, e sull’aggiornamento dei canoni, incredibilmente bassi. Critiche sempre respinte dal gruppo, che anzi ha incolpato l’amministrazione di «non voler attivare contenziosi con gli inquilini» e di immobilismo sull’aumento delle tariffe «decise solo a settembre 2014, 16 anni dopo l’emanazione della legge del ’98 e a pochi giorni dalla scadenza del rapporto contrattuale con Romeo».

Leggi sull’argomento: Perché la politica trema per le accuse a Romeo

 

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