La norma dei renziani che “salva” Autostrade & C.

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-21

Italia Viva vuole abrogare l’articolo che taglia i mega-risarcimenti per i “signori del casello”, compresi Toto e Gavio, già finanziatori di Open

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Il Fatto Quotidiano oggi illustra in un articolo a firma di Marco Palombi l’emendamento, anticipato dall’Ansa, che Italia Viva ha presentato al decreto Milleproroghe per abrogare l’articolo 35, quello che rivede alcune parti del rapporto tra Stato e concessionari autostradali, in particolare in caso di revoca per inadempimento (nuove regole che riguarderebbero, è bene tenerlo presente, non solo Autostrade per l’Italia dei Benetton, ma anche il gruppo Gavio e il gruppo Toto, secondo e terzo gestore italiano, entrambi in passato finanziatori della fondazione di Matteo Renzi).

All ’articolo 35, il decreto Milleproroghe tenta di riequilibrare a favore dello Stato contratti che assegnano ai gestori privati un trattamento di favore inaudito come, a titolo di esempio, risarcimenti monstre in caso di interruzione del contratto anche per “inadempimento” e “colpa grave”: vere e proprie clausole capestro che la stessa Corte dei Conti – a non voler citare il codice civile-ritiene sostanzialmente nulle.

Nei fatti il nuovo sistema si affida per i risarcimenti in caso di revoca “per inadempimento”al codice dei contratti pubblici approvato nel 2016 grazie al lavoro di Raffaele Cantone e ai voti –ironia della sorte –del Pd di Matteo Renzi: alla fine dell’iter andrà, insomma, eventualmente risarcito solo “A) il valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti”;“B) le penali e gli altri costi sostenuti o da sostenere in conseguenza della risoluzione”, ivi compresi quelli finanziari; “C) il 10% del valore attuale dei ricavi risultanti dal piano economico finanziario per gli anni residui di gestione”.

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La ratio, ovviamente, è abbassare i maxi-risarcimenti regalati ai privati nel 2007-2008 per togliergli un potere di ricatto, ma non è detto che questo riguardi Autostrade per l’Italia per il crollo del ponte Morandi: in quel caso, è possibile – codice civile alla mano – puntare alla nullità del contratto rafforzata da una mega-richiesta di danni alla società. Paradossalmente la revoca per inadempimento potrebbe attagliarsi meglio alla situazione di Gavio (crollo del viadotto della Torino-Savona) e Toto (lo stato dei viadotti abruzzesi): se non altro come minaccia per rivedere le concessioni in modo che – dalla manutenzione ai pedaggi – facciano gli interessi dei cittadini più che da bancomat ai gestori.

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