La mozione dei grillini sul referendum era copiata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-30

L’Assemblea Capitolina ha votato un documento simile in più punti ad altre mozioni approvate nei mesi scorsi in giro per l’Italia. In particolare a Pisa e a Finale Emilia

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Il referendum costituzionale che si voterà il prossimo 4 dicembre è arrivato ieri in aula Giulio Cesare, alimentando lo scontro tra maggioranza e opposizione in Campidoglio. E mentre ieri si alimentava la quasi-rissa e si espellevano deputati, nessuno si è accorto che la mozione dei grillini sul referendum a Roma era copiata da altre mozioni presentate in giro per l’Italia nei mesi precedenti.

La mozione dei grillini sul referendum a Roma era copiata

Ieri alcune agenzie di stampa hanno riportato gli stralci della mozione, non ancora disponibile sul sito del Comune. Nella mozione si esprime “fortissimo allarme per la deriva autoritaria in atto, contro la quale si sono costituiti in tutta Italia ed anche a Roma, comitati referendari per il no al referendum confermativo promosso dal governo Renzi. Il combinato disposto tra le riforme della legge elettorale e del senato offrirà un potere praticamente assoluto al partito o alla lista che, con solo il 40% dei voti, conquistera’ il 55% dei seggi alla Camera e comprimerà ulteriormente il diritto alla ‘sovranità popolare dei cittadini modificando e mortificando gli istituti costituzionali di democrazia diretta“. Per questi motivi si chiede al sindaco Raggi di impegnarsi “a farsi promotrice della volontà espressa dal Consiglio Comunale e delle perplessità evidenziate inoltrando il presente atto consiliare al presidente della camera dei deputati, del senato, ai presidenti dei gruppi parlamentari di camera e senato e all’Anci“. Avevamo già fatto notare che alcune delle formule sembravano pericolosamente ricalcate da una mozione votata a Finale Emilia. Ma la fonte principale da cui i grillini capitolini hanno tratto “ispirazione” è la mozione approvata con il voto dei 5 Stelle a Pisa nel febbraio scorso, dove, tu guarda il caso, nella mozione si esprime “fortissimo allarme per la deriva autoritaria in atto contro la quale si stanno costituendo in tutta Italia, ed anche a Pisa, Comitati referendari per il NO al Referendum confermativo promosso dal governo Renzi sulla riforma costituzionale (Senato)” e al contempo si “ribadisce che l’obiettivo della “stabilità del governo del paese e dell’efficienza dei processi decisionali nell’ambito parlamentare” non può “produrre un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica, sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente” come ha scritto la Consulta nella sentenza n.1/2014″.
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Mozioni e ispirazioni

Lo stesso identico passaggio, con la sostituzione della parola ‘Roma’ a quella ‘Pisa’, è riscontrabile nel testo prodotto dai pentastellati capitolini. In più, scrive l’agenzia di stampa DIRE, nel confronto fra i due provvedimenti risultano identiche anche premesse, considerazioni e rilievi, fino al ‘dispositivo’ finale che impegna, a Pisa il presidente del Consiglio comunale e a Roma la sindaca, ‘a farsi promotore/promotrice della volontà espressa dal Consiglio comunale inoltrando il presente atto consiliare: al presidente della Camera dei deputati; al presidente del Senato; ai presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato; all’Anci’. Ieri intanto scambi di accuse sono rimbalzate da un lato all’altro della platea, animata su un fronte dalla protesta dei militanti del Pd e sull’altro dai simpatizzanti dei 5 Stelle. Il clou si è raggiunto quando, durante un momento di concitazione, i consiglieri dem sono scesi dagli scranni per protesta. Una contestazione ad personam da parte dei dem è stata riservata a Stefano Fassina (Sinistra x Roma), apostrofato come “venduto” quando ha annunciato il suo voto favorevole alla mozione dei pentastellati. Poco dopo il presidente dell’Assemblea Marcello De Vito ha invitato i vigili a far uscire dall’Aula l’ala del pubblico che continuava a manifestare rumorosamente la contrarietà alla mozione. Mentre i militanti dem, per tutta risposta, urlavano “vergogna” e “fascisti” all’indirizzo della maggioranza a Cinque Stelle, i consiglieri del Pd sono scesi dagli scranni a loro difesa e si sono posizionati davanti agli ingressi per impedire lo ‘sgombero’.

Leggi sull’argomento: Il deputato PD espulso durante la discussione sul referendum a Roma

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