La Manovra del Popolo Bue

di Fabio Scacciavillani

Pubblicato il 2018-09-30

Molti somari che si assembrarono ragliando entusiasti sotto il balcone di Piazza Venezia il giorno della dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna e alla Francia il 10 giugno 1940, creparono di stenti o congelati nelle steppe russe, vennero massacrati sui vari fronti di guerra in Africa, oppure rimasero vittima dei bombardamenti. I somari che, muniti di …

article-post

Molti somari che si assembrarono ragliando entusiasti sotto il balcone di Piazza Venezia il giorno della dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna e alla Francia il 10 giugno 1940, creparono di stenti o congelati nelle steppe russe, vennero massacrati sui vari fronti di guerra in Africa, oppure rimasero vittima dei bombardamenti. I somari che, muniti di bandiere cazzaline, hanno ragliato entusiasti nella squallida parodia di un’adunata oceanica inscenata da una banda di scellerati sotto il balcone di Palazzo Chigi, rischiano un’epilogo meno cruento, ma altrettanto devastante per loro ma soprattutto per tutta l’Italia. Il manipolo di militonti non avevano nemmeno letto la Manovra del Popolo per il semplice motivo che non è stata mai pubblicata. Gli schiamazzi erano quindi un viscido atto di fede millenaristica degli adepti ad un setta.

lega def m5s festeggiamenti - 2
Esattamente come i loro nonni in orbace e camicia nera, gli Sfascisti del Terzo Millennio (o più modestamente i Tafazzi della Terza Repubblica) inebetiti dalle fregnacce, non si accorgono della valanga che sta per abbattesi sul loro capo. Ai nonni l’ora del destino riservò scarponi di cartone per marciare a 40 gradi sotto zero. A loro riserva un mesto rovistare nei bidoni di rifiuti, anzi nei cumuli di rifiuti che si accumuleranno sui marciapiedi tra gli autobus in fiamme. La Manovra del Popolo Bue infatti fa i conti (a voler usare un eufemismo per descrivere l’accozzaglia di panzane diffuse e rilanciate dai media di regime), senza tre osti nerboruti, con due poderosi badili di titanio al posto delle mani. Si chiamano agenzie di ratings e i loro nomi esotici diventeranno presto familiari agli aspiranti redditieri di cittadinanza, anche più dei protagonisti del Grande Fratello Vip da cui traggono modelli di vita e sostrato culturale. Tali agenzie esprimono giudizi sulla solvibilità di governi e aziende che emettono obbligazioni. Al contrario di quello che i pescazzari o la Procura di Trani hanno abituato la gente a pensare, queste agenzie per i giudizi sui debiti sovrani seguono procedure estremamente complesse e articolate. Avendole seguite per conto di un governo posso assicurare che il grado di dettaglio e l’ampiezza degli aspetti considerati supera di gran lunga un’analisi del Fondo Monetario Internazionale o di qualsiasi banca di investimenti.

lega def m5s festeggiamenti - 1
Sull’Italia il nuovo ratings di queste agenzie era previsto tra fine agosto e inizio settembre. Ma per evitare l’accusa di entrare come un Materazzi nell’area politica in un delicato momento di passaggio, le agenzie avevano rinviato l’appuntamento a quando il governo avesse messo sul tavolo le carte della manovra di bilancio. L’ora delle decisioni irrevocabili è arrivata la sera del 27 settembre, salutata dai rintocchi delle campane a morto. Se i documenti ufficiali, ancora tenuti segreti, dovessero confermare che il rapporto deficit/Pil è stato davvero fissato dalla teppa al 2,4% per i prossimi tre anni, nei prossimi giorni le maggiori agenzie di ratings Moody’s, S&P e Fitch certificheranno che il governo ha deciso di imboccare il sentiero della bancarotta. Di conseguenza declasseranno il giudizio. Immediatamente i prezzi dei titoli di stato italiani si inabisseranno, portandosi a fondo il capitale delle banche che a loro volta subiranno un declassamento e quindi avranno difficoltà a rifinanziarsi. Lo tsunami colpirà in pieno le imprese e le famiglie a cui verrà decurtato il credito i cui tassi di interesse schizzeranno verro il firmamento giallo-verde. In poche settimane l’economia si precipiterà in recessione. Ma questo sarà solo l’inizio della strada che porta al precipizio della bancarotta. Ovviamente gli squinternati al governo con i volti paonazzi dalla rabbia inizieranno ad inveire contro i mercati, contro l’Europa ricorrendo a tutta la sequela di menzogne con cui hanno abbindolato milioni di analfabeti funzionali. E come i fascisti di Salò, gli sfascisti di Pomigliano inizieranno a straparlare ai loro ultimi adepti di armi segrete, di Piani B, C e pure Z. Dal balcone al distributore il passo potrà non essere breve, ma di sicuro è segnato.

Leggi sull’argomento: Il DEF prelude ad una manovra di bilancio eversiva

Potrebbe interessarti anche