La Guardia di Finanza indagata per lo stop alla ONG

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-29

Sulla vicenda dello stop alla nave della ONG è stato aperto un altro fascicolo d’indagine, perché le fiamme gialle hanno impartito a Pietro Massone, il comandante della Mare Jonio, l’ordine di fermarsi e di non entrare in acque territoriali italiane senza alcun fondamento

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Ieri la procura di Agrigento ha chiesto l’archiviazione per la Mare Jonio, ma intanto comincia a indagare sulla Guardia di Finanza. Antonio Massari scrive sul Fatto che sulla vicenda dello stop alla nave della ONG è stato aperto un altro fascicolo d’indagine, perché le fiamme gialle hanno impartito a Pietro Massone, il comandante della Mare Jonio, l’ordine di fermarsi e di non entrare in acque territoriali italiane senza alcun fondamento. Questo potrebbe configurare un reato:

IN QUEI GIORNI la Mare Jonio trasporta 49 naufraghi soccorsi poche ore prima. Massone viene indagato per aver disobbedito all’ordine impartito dal pattugliatore della Guardia di Finanza “Apruzzi”, quando la nave è da poco entrata in acque Sar italiane, ovvero lo specchio di mare che prevede il coordinamento dei soccorsi da Roma. L’imbarcazione viene successivamente sequestrata – lo è ancora oggi –dalla Finanza: “Come da disposizioni”, si legge nel decreto di sequestro, “si stabiliva un contatto radio… venivano chieste informazioni generiche, quali numero dei componenti dell’equipaggio, migranti a bordo e porto di destinazione.

In maniera collaborativa (la Mare Jonio, ndr) forniva le informazioni richieste… ”. La Gdf però va oltre, informando il comandante che “non è autorizzato dalle Autorità italiane a entrare nelle acque territoriali e che”se avesse disubbidito all’ordine, “sarebbe stato perseguito per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Ascoltando gli audio, la Procura scopre che la Gdf ha addirittura parlato, per ben due volte, di un divieto (mai) disposto dall’autorità giudiziaria.

mare jonio salvini

Divieto comunque impossibile, perché l’autorità giudiziaria non può disporlo un ordine simile. Un vero pasticcio, probabilmente motivato dalla concitazione di quelle ore, in cui Matteo Salvini, in quel momento ministro dell’Interno, emana una direttiva per rafforzare la (fantasiosa quanto inesistente) strategia dei “porti chiusi”. Il comandante della mare Jonio non rispetta l’alt della Gdf e  tiradritto: viene indagato per aver disobbedito all’ordine impartito da una nave militare. E con il capomissione, Luca Casarini, viene indagato anche per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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