La Giunta Raggi non vuole parenti… tra i giornalisti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-23

La Giunta Raggi bandisce il nepotismo altrui, in attesa di risolvere i piccoli problemi di Roma: non passa un autobus e la città è ridotta una monnezza

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Laura Cesaretti sul Giornale stamattina racconta un gustoso aneddoto che riguarda la Giunta Raggi, che non a caso ha visto nei giorni scorsi l’arresto di Marcello De Vito, la cui moglie faceva l’assessora in un municipio (così come la moglie dell’attuale presidente dell’Assemblea Capitolina Enrico Stefàno) mentre la sorella è eletta in Regione:

Le principali agenzie di stampa italiane, che attendevano il consueto rinnovo del contratto del Comune con gli organi di informazione che seguono l’attività amministrativa e la vita della Capitale, si sono viste recapitare una letterina dal Campidoglio. Con una richiesta surreale: quella di fornire agli uffici della Raggi «l’organigramma aggiornato di tutti i dipendenti, redatto sotto forma di elenco» e contenente per ognuno tutti i dati anagrafici, codice fiscale incluso.

Ma non basta: viene anche richiesta una «dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà concernente l’assenza di situazione di conflitto di interessi, ovvero la dichiarazione dell’esistenza o meno di eventuali rapporti di parentela o affinità entro il secondo grado» tra dirigenti e dipendenti dell’agenzia di stampa e quelli del Comune.

Insomma, la Giunta Raggi bandisce il nepotismo altrui, in attesa di risolvere i piccoli problemi di Roma: non passa un autobus e la città è ridotta una monnezza.

La follia della richiesta è facilmente intuibile: i dipendenti (dal fattorino al direttore) delle varie agenzie di stampa interessate sono alcune decine di migliaia: già solo mettere insieme l’elenco e le singole dichiarazioni giurate sul proprio albero genealogico sarebbe un’impresa titanica. Se poi uno qualsiasi di loro risultasse cugino di un vigile urbano o di un altro dei 25mila stipendiati dal Campidoglio, il Comune riterrebbe di dover annullare l’abbonamento per «conflitto di interessi»? E soprattutto, sulla base di quale legge dello Stato o diktat del Grande Fratello?

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