La foto del neonato salvato in mare a Ceuta è vera, fatevene una ragione

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-05-20

Le assurde teorie su un presunto fotomontaggio per l’immagine simbolo di quel che sta accadendo in queste settimane tra Spagna e Marocco. Spieghiamo, una volta per tutte, perché si tratta di uno scatto reale

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Negli ultimi anni abbiamo conosciuto i terrapiattisti, poi soppiantanti dai negazioni del Covid e della pandemia. Il nuovo fenomeno social è quello dei negazionisti dei soccorsi in mare. Sui social, infatti, tantissimi utenti (non solo italiani) hanno condiviso fantasiose ricostruzioni attorno alla foto neonato salvato a Ceuta da parte di un agente della Guardia Civile spagnola. La teoria, priva di alcun riscontro, parla di un fotomontaggio e, in alcuni casi, di uno scatto creato ad arte. Poi c’è chi sostiene che il bambino che compare in quell’immagine sia un bambolotto. Spieghiamo perché tutte queste ricostruzioni siano false e dall’amaro sapore della bufala andata a male.

Foto neonato salvato a Ceuta è vera, non si tratta di un fotomontaggio

Partiamo dal contesto. Nelle ultime settimane c’è stato un aumento del flusso migratorio tra Marocco e Ceuta – che si trova sulla sponda africana del Mediterraneo, ma si tratta di una città autonoma legata allo Stato spagnolo – arrivato dopo tensioni geopolitiche tra i due Paesi (qui abbiamo approfondito quel che sta accadendo). Proprio negli ultimi giorni, la Guardia Civil ha diffuso sui social alcune immagini dei salvataggi in mare.

In particolare, i complottisti hanno preso di mira la foto neonato salvato a Ceuta in mare. La bufala più diffusa parla di un bambolotto (chiamato reborn) utilizzato per quella che viene definita una messinscena.

Ma perché vengono sostenute queste amenità? Mettiamo da parte i discorsi ideologici che spingono a credere a questa bufala del bambolotto e limitiamoci a smontare pezzo per pezzo questa fake news. C’è chi sostiene che il colore della pelle del bambino sia troppo bianca e candida. Questo sarebbe il simbolo delle fattezze non umane del piccolo. Ma è davvero così? Per rispondere a questa domanda, riprendiamo il racconto fatto dall’agente della Guardia Civil alla radio ufficiale della Conferenza Episcopale spagnola:

“Abbiamo afferrato il bambino, era congelato, infreddolito, non si muoveva.È stato un po’ traumatico. C’erano molti padri e madri con i bambini legati come meglio potevano sulla schiena, con stoffe e vestiti. Siamo stati attenti a tutte le persone che pensavamo non sarebbero state in grado di arrivare nella zona spagnola perché l’unica loro intenzione era arrivare nel tratto di mare spagnolo, a qualunque costo. Usavano come galleggianti giocattoli, bottiglie vuote, qualunque cosa.Alcuni indossavano giubbotti di sughero fuori misura”.

Chi ha un minimo di nozioni sulla vita reale, sa che un principio di congelamento (e le acque del Mediterraneo non sono elevate, soprattutto a largo) porta la pelle ad avere un colore più chiaro. Si tratta di una reazione epidermica nota a tutti. E quel neonato – sia per età, sia per temperatura – era quasi assiderato quando è stato soccorso dall’agente della Guardia Civil.

I contorni e la risoluzione

L’altra teoria bufalesca attorno alla foto neonato salvato a Ceuta riguarda i “contorni”. In molti, infatti, sostengono che zoomando sull’immagine si percepisca il fotomontaggio. Peccato che, come spiega David Puente su Open, ci sia una spiegazione tecnica, dovuta alla risoluzione (più bassa) della foto condivisa sui social. Anche dal profilo della Guardia Civil. Per capire che non ci sono “bordi artefatti” basta vedere questa immagine a più alta risoluzione, mandata in onda da Antena3 durante l’intervista all’agente che ha messo in salvo il piccolo a Ceuta.

Tutto ciò dovrebbe far arrendere i complottisti e i negazionisti. Sappiamo che, probabilmente, preferiranno andare dietro a queste strampalate teorie, per un puro orientamento ideologico. Ma la realtà non è quella che viene spacciata da social da questi procacciatori e diffusori di odio.

 

 

 

 

 

 

 

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