La Fiera di Milano ferma il progetto di ospedale come a Wuhan

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-14

Perché non ci sono il personale medico e infermieristico e i macchinari necessari ad allestire i padiglioni

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Il progetto di fare della Fiera di Milano un ospedale come a Wuhan è fermo. Visto che la capacità del sistema ospedaliero in Lombardia è al limite, era nata l’idea di ricavare 600 letti di terapia intensiva nel cuore della città, con la Fondazione Fiera in grado di trasformare in una settimana due padiglioni fieristici in un ospedale da campo. Ma, spiega oggi Simona Ravizza sul Corriere della Sera, il progetto è al palo.

L’idea si scontra con le difficoltà della Protezione civile di reperire le attrezzature, principalmente respiratori e monitor, ma soprattutto con l’impossibilità di trovare i 450 medici e i 1.200 infermieri indispensabili. Resta, enorme, il problema di trovare nuovi posti letto di rianimazione:«È allo studio ogni soluzione possibile». È il primo pomeriggio di ieri quando il governatore Attilio Fontana spiega a malincuore: «La Protezione civile non è in condizione di fornirci né il personale medico infermieristico né i letti e la strumentazione necessaria per allestire i padiglioni. Da parte nostra, come Regione, stiamo comunque verificando se, sul mercato internazionale, si possano trovare le dotazioni». La Protezione civile precisa: «Al momento non sono disponibili sul mercato le attrezzature sanitarie necessarie al funzionamento della struttura.

Vista l ’assenza di materiale l’ipotesi sul tavolo, che tra l’altro è stata condivisa dalla Regione Lombardia, è quella di potenziare i posti di terapia in tensivanei vari ospedali lombardi». E lo staff di Angelo Borrelli aggiunge al Corriere: «È una soluzione che, in ogni caso, richiederebbe troppo tempo».

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La situazione: oggi i posti di Rianimazione attrezzati in Lombardia per i pazienti Covid-19 sono 750 su 1.090 letti complessivi delle Rianimazioni, ossia il 70% (gli altri devono essere lasciati liberi per chi ha un infarto, un ictus o dev’essere sottoposto a un intervento chirurgico non rinviabile). Ciò vuol dire che la Lombardia ha creato ex novo — utilizzando sale operatorie, corridoi e stanze di risveglio —quasi 350 posti. «Ma non facciamo in tempo a farne di nuovi, che già sono pieni», osserva Gallera: «Stiamo cercando di realizzarne ancora 150-200, ma oltre non sappiamo come fare». Di qui la necessità di esaminare ogni soluzione possibile.

Ma la fiera per ora rimarrà com’è.

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