La differenza tra lo ius soli e la legge proposta in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-16

Vi hanno detto che la legge sullo ius soli serve a far diventare cittadino italiano chi nasce in Italia. Questo succede in altri paesi. La legge in discussione alla Camera è più uno “ius soli” all’italiana. Vediamo perché

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Ieri in Senato è cominciata la discussione sullo Ius Soli; il voto probabilmente arriverà dopo il secondo turno delle elezioni amministrative. Oggi il Corriere della Sera spiega la differenza tra lo ius soli “classico” e la legge proposta in Italia. In primo luogo bisogna spiegare la differenza tra Ius Soli, che prevede che la cittadinanza venga attribuita in base al luogo di nascita, e lo ius sanguinis, che è il diritto di cittadinanza legato alla discendenza.

ius soli all'italiana
Lo ius soli nei paesi europei (Corriere della Sera, 16 giugno 2017)

La differenza tra lo ius soli e la legge proposta in Italia

Nel Regno Unito ha la cittadinanza chi asce da un genitore legalmente stabilito, ovvero anche con un permesso di soggiorno senza termine. La cittadinanza si può comunque richiedere dopo aver vissuto nei dieci anni dopo la nascita non assentandosi per più di novanta giorni. In base al Commonwealth ci sono norme speciali per alcuni paesi. In Francia ha la cittadinanza il figlio nato nel paese quando almeno un genitore è nato nel paese. Ogni bambino nato nel paese diventa francese al compimento dei 18 anni se ha vissuto stabilmente sul territorio per almeno 5 anni; a 13 se lo chiedono i genitori. In Spagna è cittadino chi nasce nel paese se almeno uno dei due genitori è nato nel paese. In Germania è cittadino tedesco chi nasce in Germania se un genitore risiede da almeno otto anni nel paese. In Irlanda vige lo ius sanguinis, ma se un bambino nasce da genitori di cui almeno uno risiede nel paese regolarmente, quindi con permesso di soggiorno, da tre anni prima della sua nascita, allora ottiene immediatamente la cittadinanza irlandese.

Le nuove cittadinanze (infografica da Repubblica, 20 ottobre 2014)

La legge sulla cittadinanza Usa invece prevede lo ius soli e cioè la possibilità di essere cittadini per il semplice fatto di essere nati sul territorio degli Stati Uniti. La cittadinanza americana dura tutta la vita, a meno che non si rinunci ad essa. Con l’entrata in vigore del 14esimo Emendamento della Costituzione il 9 luglio 1868, la cittadinanza delle persone nate negli Stati Uniti è stata regolata da una clausola in cui si afferma: “Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti, e soggette alla loro giurisdizione, sono cittadini americani e dello Stato in cui risiedono”. La clausola è stata modificata da un ordine presidenziale nel 1988 e allargata anche allo spazio navale e a quello aereo. Quindi, un bambino nato su una nave straniera che transita nelle acque territoriali statunitensi, ossia in un raggio massimo di 12 miglia nautiche, oppure su un aereo che stava sorvolando il territorio americano, acquisisce automaticamente la cittadinanza statunitense. Lo ‘ius soli‘ negli Stati Uniti assume un rilievo particolare anche dal punto di vista istituzionale, poiché per essere eletto presidente degli Stati Uniti un candidato dovrà essere inderogabilmente nato su territorio americano.

Ius Soli all’italiana 

La legge in discussione al Senato dopo essere stata approvata alla Camera è invece diversa. Attualmente chi nasce in Italia da genitori stranieri può diventare italiano al compimento del 18esimo anno di età. Nella legge si prevede che chi è nato in Italia possa diventarlo prima a talune condizioni, e quindi non si tratta dello Ius Soli americano che abbiamo descritto prima.

I figli di migranti nati in Italia potranno diventare cittadini della Repubblica in base ad alcuni criteri (ruolo particolare hanno gli anni di residenza dei genitori). Si introduce, accanto allo ius sanguinis (è italiano il figlio di un cittadino italiano) anche una via riconducibile allo ius culturae: le novità riguardano chi arriva nel nostro paese prima dei 12 anni di età e studia in scuole italiane.
[…] Un altro caso riguarda la concessione del diritto di cittadinanza, che avviene con decreto del presidente della Repubblica: può chiederla chi arriva in Italia prima dei 18 anni ed è residente in Italia da almeno sei anni, dopo aver frequentato regolarmente un ciclo scolastico e aver ottenuto il titolo finale. Si tratti di ius soli o di cittadinanza legata ai banchi di scuola, serve il nulla osta del ministero dell’Interno, che ha sei mesi per verificare che non esistano controindicazioni per motivi di sicurezza.

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Ius soli temperato e ius culturae: chi ne usufruirà (La Repubblica, 15 giugno 2017)

Per far diventare cittadino italiano un minore è necessario che il padre abbia il diritto di soggiorno permanente, se si tratta di cittadini UE, o quello di lungo periodo per gli extra-Ue. Il genitore deve aver soggiornato per almeno cinque anni in Italia se cittadino UE. Se extracomunitario, deve anche dimostrare di avere un reddito, un alloggio idoneo e di conoscere la lingua. Solo se vengono soddisfatte tutte queste condizioni è possibile chiedere la cittadinanza.

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