Politica
La destra sovranista in difficoltà in Polonia
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-06-21
Duda, considerato un fedelissimo di Jaroslaw Kaczynski – il grande capo degli ultraconservatori polacchi, che con Legge e Giustizia dal 2015 controlla saldamente il Parlamento e il Paese – vede avvicinarsi il candidato centrista, il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, astro nascente di Piattaforma Civica
Il Sole 24 Ore racconta che si è complicata improvvisamente la campagna elettorale di Andrzej Duda, il presidente polacco che punta alla riconferma nelle elezioni del 28 giugno. Il Covid-19 ha costretto la destra nazionalista a rinviare il voto, quando tutto sembrava già deciso e quando Duda era sicuro di ottenere un nuovo mandato di cinque anni. La crisi economica, conseguenza diretta di pandemia e lockdown, sta mettendo i polacchi di fronte alla recessione, per la prima volta dal 2004, quando Varsavia entrò nell’Unione Europea.
Duda, considerato un fedelissimo di Jaroslaw Kaczynski – il grande capo degli ultraconservatori polacchi, che con Legge e Giustizia dal 2015 controlla saldamente il Parlamento e il Paese – vede avvicinarsi il candidato centrista, il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, astro nascente di Piattaforma Civica: il margine dell’attuale presidente sembra essersi ridotto sotto il 5%, non molto in un Paese nel quale lo zoccolo duro della destra e quello dei progressisti di centro non danno certezze e sono ancora molti gli indecisi tra i 30 milioni di elettori totali. Trzaskowski (per il quale è tornato a fare campagna in patria anche Donald Tusk, già premier e presidente del Consiglio europeo) si propone come un leader liberale, deciso a «salvare la democrazia in Polonia dalla deriva autoritaria della destra e a rilanciare il progetto di Unione Europea».
Per la destra di Kaczynski la vittoria elettorale è dunque fondamentale: un presidente dell’opposizione (che già controlla la Camera alta del Parlamento) potrebbe infatti bloccare con il veto le riforme di Legge e Giustizia (molte delle quali, dai giudici ai media, studiate per mantenere il potere nel Paese). A una settimana dal primo turno i sondaggi (Kantar e Ipsos) mettono Duda, con il 40% dei consensi, ancora davanti a Trzaskowski di circa cinque punti (molto più indietro con il 10%, l’indipendente Szymon Holownia, giornalista, attivista e noto personaggio della tv), ma le rilevazioni prevedono anche che nessuno dei due candidati supererà il 50% dei voti: sarà dunque necessario il ballottaggio, il 12 luglio, per eleggere il nuovo presidente polacco.
E nel secondo turno la destra di Legge e Giustizia e il centro di Piattaforma Civica partono alla pari:
Il Covid-19 che sembrava ormai sotto controllo – nel Paese si contano in tutto circa 31mila casi e 1.300 morti – ha costretto le autorità a chiudere 12 miniere di carbone gestite dallo Stato per fermare sul nascere i nuovi focolai del contagio. La campagna elettorale si è sviluppata dunque su temi del tutto imprevisti solo tre mesi fa, quando il voto era stato fissato per l’inizio di maggio. Dopo la pandemia e in piena crisi economica, la candidatura lampo di Trzaskowski per Piattaforma Civica (al posto della sicura perdente Malgorzata Kidawa Blonska), ha tolto le ultime certezze ai vertici di Legge e Giustizia. E così anche Duda – solitamente tra i moderati del partito – ha cercato di riguadagnare popolarità attaccando i gay, con una battaglia dai toni esasperati di sicura presa tra gli elettori più reazionari: «L’ideologia Lgbt è più distruttiva del Comunismo», ha detto, suscitando proteste in tutto il Paese.