La COVID-TAX del Partito Democratico

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-11

Secondo questo schema, che riguarda una platea di ottocentomila cittadini, il contributo andrebbe da 110 a 54.000 euro l’anno

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Ieri abbiamo parlato della proposta del gruppo del Partito Democratico alla Camera di un contributo di solidarietà per gli anni 2020 e 2021, che dovranno versare i cittadini con redditi superiori ad 80mila euro e che inciderà sulla parte eccedente tale soglia”. “La somma versata, rispettando i criteri di progressività sanciti dalla nostra Costituzione, sarà deducibile e partirà da alcune centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione”, si legge ancora. “Il gettito atteso è pari ad un miliardo e trecento milioni annui. Ad uno strumento del genere, oggi sicuramente necessario, si è già fatto ricorso in passato da governi di diverso colore”, osservano ancora gli esponenti dem. Oggi il Corriere della Sera riepiloga in un’infografica la proposta: secondo questo schema, che riguarda una platea di ottocentomila cittadini, il contributo andrebbe da 110 a 54.000 euro l’anno.

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La COVID-tax del PD (Corriere della Sera, 11 aprile 2020)

Il Sole 24 invece sostiene in un articolo di Gianni Trovati che il problema siano i numeri:

Il problema sono i numeri. Quelli della platea, prima di tutto. Il contributo di solidarietà pensato dai Dem riguarderebbe 803.741 persone, per l’85% lavoratori dipendenti e pensionati. Sono l’1,9% dei contribuenti, dichiarano il 13,6% del reddito complessivo e pagano il 24,5% dell’Irpef, cioè 38,6 miliardi sui 157,5 prodotti dall’Irpef ogni anno. A conferma di un impianto già parecchio progressivo («troppo progressivo» secondo una parte della maggioranza quando si discuteva di riforma fiscale), e lo spazio per inasprire ancora la curva non è infinito.

Ma queste cifre, e qui arriva il secondo problema, sono fotografate dalle dichiarazioni del 2018, le ultime fin qui messe a disposizione dal dipartimento Finanze. È un panorama archeologico rispetto al quadro attuale: e non è semplice prevedere quante di queste 800mila persone potranno ancora contare su un reddito lordo da almeno 80mila euro all’anno nel 2020 e nel 2021, quando dovrebbe applicarsi il «contributo» targato Pd.

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La COVID-tax del PD (Il Sole 24 Ore, 11 aprile 2020)

Ma anche con la platea piena, lo sforzo chiesto dal Pd ai redditi piùalti sarebbe tutt’altro che decisivo: 1,3 miliardi di euro, in base ai calcoli Dem:

Cioè, per fare una proporzione, cioè poco più del 2% degli almeno 60 miliardi che solo il prossimo decreto Aprile dovrebbe muovere per finanziare i nuovi interventi contro la crisi. Perché il blocco economico imposto dal contenimento sociale ha moltiplicato le cifre degli interventi indispensabili nella politica economica. Tra marzo e maggio il governo punta a muovere 100 miliardi in tre mosse: 1,3 miliardi, pochini in tempi ordinari in rapporto al costo politico del «contributo», scompaiono nell’emergenza.

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