La controriforma del credito cooperativo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-15

Lega e M5S si preparano a smontare le norme del 2015: ma probabilmente sono già fuori tempo massimo

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Piccolo è bello anche in banca. La Lega e il MoVimento 5 Stelle si preparano ad azzerare la riforma delle banche di credito cooperativo targata governo Renzi trasformando in facoltativo l’obbligo di adesione e prevedendo una norma, annunciata dal ministro per i Rapporti con il Parlamenti Riccardo Fraccaro, che sospende il mark to market dei titoli di Stato per le oscillazione dello spread posseduti dalla Bcc in netto contrasto con i principi internazionali previsti dal comitato di Basilea. Spiega oggi Il Sole 24 Ore che sul dossier lavorano il presidente della Commissione Finanze Alberto Bagnai per la Lega e Carla Ruocco per il M5S:

Sulle banche di credito cooperativo, dunque, la strada che la maggioranza è pronta a seguire per rivedere la riforma non esclude la possibilità di superare le numerose proposte di modifica già depositate, facendo una sintesi di tutte le modifiche, incluse quelle del presidente Bagnai. Ma cosa prevedono le novità che si vorrebbero introdurre?

Tra quelle presentate da Bagnai spicca la modifica che elimina nei fatti l’obbligo di adesione delle Bcc ai gruppi unici, uno dei cardini della riforma “Renzi”. L’emendamento (20.0.4) prevede l’obbligo solo per le banche che abbiano, tra le altre cose, un patrimonio netto inferiore a 100 milioni di euro, Cet1 inferiore all’8% o a diverso limite indicato da Banca d’Italia e un’incidenza degli Npl superiore al 15 per cento. Parametri sotto i quali nessuna delle Bcc sembra oggi posizionarsi.

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La riforma delle BCC in sintesi (Il Sole 24 Ore, 24 marzo 2016)

Il problema però è che le norme arrivano fuori tempo massimo. L’impressione, spiega oggi il quotidiano di Confindustria, è che la politica stia cercando in qualche modo di dimostrare di poter mantenere gli impegni presi con una certa parte del territorio, soprattutto Alto Adige e Toscana, ma che alla fine tutto sia ricondotto a una correzione poco efficace. L’abolizione dell’obbligo di adesione, in ogni caso, coglie in contropiede i due maggiori gruppi in via di costituzione. Cassa centrale banca, il gruppo che ha sede a Trento, ha già avviato il ciclo di assemblee per la modifica dello statuto e il processo di adesione: 27 banche su 87 hanno già tenuto i meeting, le altre avevano previsto di completare l’iter entro la fine del mese. E Iccrea, la capogruppo con sede a Roma, è in procinto di avviare la sessione: le assemblee sono previste a dicembre, entro la prima metà del mese.

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