Fact checking

La bufala della pensione di reversibilità tolta alle vedove per regalarla ai gay

alessandrodamato|

In Commissione lavoro alla Camera è arrivato un disegno di legge delega del governo che riordina le prestazioni di natura assistenziale e previdenziale come strumento unico di contrasto alla povertà con misure legate al reddito e al patrimonio. Nel Ddl si prevede la possibilità di rivedere le pensioni di reversibilità, ovvero quelle erogate agli eredi alla morte del pensionato o del lavoratore che muore avendo maturato i requisiti per l’assegno. Le pensioni di reversibilità verrebbero, secondo l’ipotesi del governo, legate all’ISEE. Secondo questo disegno di legge le reversibilità vengono considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. Questo significa che l’accesso alla pensione di reversibilità d’ora in poi sarà legato all’Isee, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale. Ma, è importante precisarlo, «non si terrà conto della componente patrimoniale dell’Isee», ma solo di quella reddituale. In più, la proposta di legge delega del governo lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere, come ha confermato oggi il ministro del Welfare Giuliano Poletti. Come tutto questo possa diventare in un titolo di giornale che “il governo vuole togliere la reversibilità alle vedove per darla ai gay” è «un indovinello, avvolto in un mistero all’interno di un enigma», direbbe Winnie. Cosa cavolo invece c’entri tutto ciò con la legge sulle Unioni Civili invece è pure peggio. Anche se basta vedere chi fa certe connessioni per farsi un’idea sull’attendibilità delle stesse.
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Reversibilità della pensione e ISEE: l’infografica di Repubblica (15 febbraio 2015)

C’è poi da ricordare che oggi la pensione di reversibilità, dovuta ai vedovi con o senza figli) è pari al 60% della pensione del familiare deceduto se c’è solo il coniuge, pari all’80% se c’è anche un figlio e pari al 100% se ci sono due o più figli. La pensione è tagliata del 25% se è superiore a 1500 euro mensili (tre volte sopra la minima), del 40% se supera i 2000 euro e del 50% se supera i 2500 euro.  Questi meccanismi sono già oggi in funzione, eppure nessuno ha ancora sostenuto che la reversibilità è stata tolta alle vedove. Come mai?
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Diego Fusaro sul Fatto Quotidiano, la reversibilità e le unioni civili

E i gay con la reversibilità? Eh? Eh? Eh?

In più, il governo ha anche sostenuto che questo progetto sulla reversibilità, che si trova in un ddl più ampio sulla povertà, non mira a fare cassa sulle pensioni per il semplice fatto che quello che verrebbe riottenuto dal ricalcolo della reversibilità in base all’ISEE verrebbe reinvestito nei fondi per la povertà. Parola di governo, si sa, è come testa di calciatore (direbbe Boskov) e quindi qui bisognerà prima verificare che il meccanismo raccontato dall’esecutivo sia rispondente alla realtà del DDL, ma già questo ci fa comprendere che anche l’opzione “Eh, ma il governo vuole fare cassa per pagare le rate dell’aereo di Renzi” è, purtroppo, un fail. Ma l’argomento più pruriginoso è quello dei gay, e allora affrontiamolo. Partendo da un presupposto: è stata approvata la legge sulle Unioni Civili? È stato approvato questo disegno di legge delega con la reversibilità? La risposta ad entrambe le domande è no. Dobbiamo quindi parlare in teoria, e partire dal presupposto logico che sia la legge Cirinnà sia il DDL sulla povertà siano approvati così come sono stati presentati. Ecco, in questo caso (ovvero con tutte e due le leggi promulgate) è indubbio che la reversibilità verrebbe tagliata anche alle coppie gay. E infatti non a caso c’è chi già se ne è accorto:

“E’ davvero una strana coincidenza quella per cui si andrebbe verso una riforma delle pensioni di reversibilità mentre si discute della legge sulle unioni civili che amplierebbe anche alle coppie gay la platea di chi potrebbe usufruire di questo diritto. Coincidenze che portano ancora una volta a voler ridurre garanzie e tutele invece di ampliarle. Si vuole smantellare lo stato sociale lasciando soprattutto gli anziani – che già vivono condizioni di povertà nella stragrande maggioranza – senza assistenza. Da una parte si mette sulla carta un diritto, quello alla reversibilità, dall’altra lo si abolisce”. Lo dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce di gay Center.

Possiamo quindi tranquillamente affermare che chi collega la legge sulle Unioni Civili a quella sulla reversibilità (soltanto oggi siamo a Fusaro, Gasparri, Sacconi, ma non sono ancora le 18 e la lista potrebbe ampliarsi) sta dicendo la più bella stronzata da quando l’uomo inventò il cavallo (cit.). È vero semmai il contrario: visto che la legge si applica ai trattamenti futuri, tecnicamente se la stanno togliendo a qualcuno la stanno togliendo a tutti. Compresi i gay.