Opinioni

La bomba scoppiata alla chiesa di Fermo

neXtQuotidiano 13/04/2016

Un ordigno rudimentale e’ stato fatto esplodere la notte scorsa davanti al portone della chiesa di San Marco alle Paludi a Fermo, di cui è parroco don Vinicio Albanesi, presidente della Comunita’ di Capodarco. Nessuno, riferisce Avvenire, è rimasto ferito ma i danni sono ingenti: l’esplosione ha mandato in pezzi le vetrate e il rosone […]

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Un ordigno rudimentale e’ stato fatto esplodere la notte scorsa davanti al portone della chiesa di San Marco alle Paludi a Fermo, di cui è parroco don Vinicio Albanesi, presidente della Comunita’ di Capodarco. Nessuno, riferisce Avvenire, è rimasto ferito ma i danni sono ingenti: l’esplosione ha mandato in pezzi le vetrate e il rosone della cappella, e ha svegliato i residenti. Si tratta del terzo attentato ad una chiesa fermana, dopo quelli dei mesi scorsi contro il Duomo e San Marco, e l’ipotesi degli investigatori è che la mano sia la stessa. Don Albanesi, accorso sul posto insieme ai carabinieri e ai vigili del fuoco, è anche direttore della Caritas diocesana, particolarmente impegnata, sottolinea il quotidiano della Cei, nell’assistenza ai poveri e ai migranti.
chiesa san marco paludi fermo
Si trattava di un barattolo riempito di polvere da sparo, fatto esplodere davanti al portone. Nessuno pare abbia visto gli attentatori, ma un testimone avrebbe notato un’auto viaggiare a fari spenti verso Fermo e poi tornare indietro più o meno negli stessi momenti. Sono ancora pochi gli elementi in mano ai carabinieri e alla procura di Fermo che indaga sull’attentato alla chiesa di San Marco alle Paludi, in attesa dell’arrivo degli specialisti del Ris per i primi accertamenti tecnici più approfonditi. Il boato, potente, ha svegliato molte persone, e mandato in frantumi le vetrate della chiesa e frammenti del rosone: nessuna rivendicazione del gesto fino a questo momento, nessuna minaccia precedente ricevuta dal parroco, mons. Vinicio Albanesi, o dai suoi collaboratori, e neppure dal vescovo e dalla Caritas. Gli investigatori sono certi che l’intimidazione sia collegata alle due bombe carta, di potenziale minore, fatte esplodere nella notte fra il 27 e il 28 febbraio davanti alla residenza del vicario del Duomo, in via della Rocca, e nella notte fra il 7 e l’8 marzo di fronte al portone della Chiesa di San Tommaso. Chi ha agito conosce bene la zona e le abitudini dei sacerdoti: sa che don Albanesi non vive nella canonica di San Marco, e ha atteso la chiusura notturna del vicino centro sociale comunale per piazzare l’ordigno. Sul posto sono subito arrivate pattuglie dei Cc e della Polizia e i vigili del fuoco.

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