La Banca Popolare di Bari verso il maxipolo bancario del Sud

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-26

Allo studio la fusione con altri istituti meridionali in difficoltà. Poi il passaggio a una società a capitale pubblico-privato

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La Banca Popolare di Bari veleggia verso il maxipolo bancario del Sud. Con la ricapitalizzazione del Mediocredito centrale il governo punta a far nascere un grande polo di sostegno per lo sviluppo con l’obiettivo di attirare soci privati e ridurre l’intervento pubblico, che per ora dovrebbe arrivare a 900 milioni di euro. E quindi a riunire anche altri istituti di credito di piccole dimensioni del Sud. Spiega oggi Il Messaggero:

L’ipotesi, prevista dal decreto in fase di conversione in Parlamento, si sta delineando in questi giorni per dare vita a un polo bancario in grado di stare da solo sul mercato e prevenire le crisi degli istituti minori più esposti anche a un’economia che stenta a decollare. La newco, controllata da Mediocredito Centrale, avrebbe vertici autonomi specializzati nella guida di banche commerciali e capaci di gestire anche la fusione con altri gruppi.

Proprio così: il piano, non sgradito alla vigilanza, prevede che questo nuovo soggetto possa aggregare altre banche del Mezzogiorno che già versano in condizioni difficili o comunque siano esposte a una concorrenza sempre più agguerrita da parte dei gruppi maggiori e dell’evoluzione tecnologica. Del resto, soltanto una volta raggiunta una certa massa critica, si ragiona in diversi ambienti finanziari e politici, è possibile agganciare le economie di scala necessarie per gli indispensabili investimenti nel fintech senza pesare ulteriormente sulle casse pubbliche.

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Le crisi bancarie e i salvataggi (Corriere della Sera, 15 dicembre 2019)

Tra i candidati a un’aggregazione c’è la Banca Agricola Popolare di Ragusa, la Popolare Sant’Angelo e la Popolare Vesuviana. Il decreto della scorsa estate prevede facilitazioni fiscali per le imprese che si fondono nel Mezzogiorno e la presenza dello Stato nel capitale. Proprio i dubbi sulla situazione della Bari e la sua governance avevano, nei mesi scorsi, bloccato eventuali aggregazione pure auspicate dagli alloravertici dell’istituto pugliese. Ora, dopo l’intervento pubblico anche i soggetti più timorosi di perdere le propria indipendenza potrebbero convincersi. La soluzione sarebbe anche vantaggiosa per Invitalia-Mcc, privo dell’esperienza necessaria nella gestione di banche commerciali.

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