Napoli bloccato dal virus, ma la Juve andrà in campo lo stesso (vincendo così la partita a tavolino)

di Antonio Murzio

Pubblicato il 2020-10-04

Dopo il secondo caso, la Asl dispone l’isolamento fiduciario presso il proprio domicilio per i calciatori del Napoli. Non potendo raggiungere Torino per la gara con la Juventus, il Napoli perderà la partita a tavolino. Per chiedere il rinvio, infatti, “servono” almeno dieci positivi. E si può fare una sola volta in tutto il campionato. Gli interessi economici prima della salute

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La partita Juventus-Napoli in cartellone oggi a Torino alle 20,45 non si giocherà perché i giocatori partenopei sono stati messi in isolamento fiduciario dopo che ieri il calciatore azzurro Elmas è risultato positivo al coronavirus (è il secondo caso, dopo quello di Zielinski). I giocatori del Napoli, quindi, non  possono raggiungere Torino per disposizione della Asl, che li obbliga ciascuno presso il proprio domicilio.

Asl Napoli Juventus
Il documento della Asl di Napoli

Napoli bloccato dal virus, ma la Juve andrà in campo lo stesso (vincendo così la partita a tavolino)

La Juventus, intanto, ha fatto sapere, anche attraverso i suoi canali social, che scenderà regolarmente in campo, dove, non trovando la squadra avversaria, dovrebbe vedersi assegnata dal giudice sportivo la vittoria a tavolino per 3 a 0. La vicenda mette prepotentemente sotto i riflettori l’assurdità di un campionato che non si ferma neppure davanti ai 22 (tra calciatori e staff tecnico) contagiati del Genoa, quelli del Milan e, ultimo, ieri, un positivo a Bergamo, nello staff dell’Atalanta. Il tutto, mentre il mondo fuori, è coinvolto da un nuovo picco di contagi. Il campionato 2020-2021 rischia di essere falsato, ma nessuno intende fermare la “giostra”, per i troppi interessi che ruotano attorno al calcio tra sponsorizzazioni e diritti tv, avendo già dovuto rinunciare agli incassi che fino alla scorsa stagione erano garantiti dagli spettatori (il massimo consentito, adesso, è di mille tifosi a gara).

Come scrive Repubblica oggi,

La svolta è stata la positività di Elmas, emersa nel pomeriggio: di fronte al secondo tampone positivo dopo quello di Zielinski, la preoccupazione che i contagi crescessero con la stessa proporzione di quelli del Genoa (dove gli infetti sono ormai 22) ha spinto l’Asl a intervenire. C’era il rischio di una reazione a catena, rischio che alla Juve avrebbero accettare di correre: «Il virus te lo puoi prendere anche andando in giro, quindi non devi avere paura di giocare: poi se succede succede, può succedere alla Juventus come è successo al Genoa», diceva Pirlo nel pomeriggio, mutuando le opinioni del club, perché Agnelli teme che cominciando a rinviare le partite si metta in pericolo il proseguimento del campionato, visto che sostanzialmente non c’è spazio per i recuperi (Juve e Napoli hanno un solo slot libero).

Andrea Pirlo
Andrea Pirlo, allenatore della Juventus

Nei giorni scorsi, ai microfoni di radio Capital, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa (Pd) si era espressa per lo stop al campionato proprio per l’aumentare dei contagi. Parole che il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora (Cinque stelle)  aveva giudicato “avventate”. Commentando poi: “Voglio essere ottimista, sicuramente non ci sono le condizioni per fermare il campionato. Rivedere il protocollo per irrobustirlo, vista la curva dei contagi? No, mi sembra che non sia il momento. Il protocollo per ora va bene così”.

vincenzo spadafora
Il ministro Spadafora

Cosa prevede il protocollo della Lega calcio

Di quale protocollo parlava il ministro Spadafora? Di quello adottato solo da alcuni giorni dalla Lega calcio italiana, che ha provveduto a colmare un vuoto normativo adeguandosi a quello già utilizzato dalla Uefa, soltanto dopo che era scoppiato il “bubbone” Genoa. Secondo il protocollo, anche una squadra con giocatori contagiati deve scendere in campo se ha 13 calciatori disponibili (di cui un portiere) nella lista della prima squadra. Qualora non ci fossero,  la società subirebbe una sconfitta per 0-3 a tavolino. È prevista una sola eccezione una sola eccezione: nel caso ci siano più di dieci giocatori contagiati in una settimana (dato che attesterebbe un focolaio in atto, che potrebbe coinvolgere anche la squadra avversaria, come è successo al Genoa che ha ottenuto il rinvio della partita il Torino). In questo caso la società ha diritto, e può farlo una sola volta nell’arco del campionato, a chiedere il rinvio della sua prima gara in calendario.

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