Come Junior Cally ha mandato in tilt i sovranisti a Sanremo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-06

La combo Junior Cally – Rula Jebreal ha mandato in confusione i sovranisti che da una parte ci spiegano che è uno che incita al femminicidio e dall’altra si lamentano che nel suo monologo la giornalista ha fatto un “piagnisteo” contro gli stupri. Per alcuni invece il vero problema rimane la tutina di Achille Lauro, pessimo esempio per i nostro bambini

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Alla fine Junior Cally è salito sul palco dell’Ariston, senza maschera e con un vestito che ricordava molto l’orbace dei gerarchi fascisti. Ha cantato No Grazie, una canzone dove non incita al femminicidio e alla violenza sulle donne e non ci sono nemmeno insulti alle forze dell’ordine. Perché alla fine tutta la polemica  di Matteo Salvini e dei sovranisti su Junior Cally è stata scatenata a causa di questi due versi: «Spero si capisca che odio il razzista/Che pensa al Paese ma è meglio il mojito».

Quelli che sono contro Junior Cally perché “inneggia al femminicidio” e al tempo stesso si lamentano di Rula Jebreal

Due barre dedicate al sedicente Capitano, cui per altro fanno seguito altri due versi su un certo liberista che si professa di sinistra e che ha fondato un nuovo partito (Matteo Renzi). Alla fine della serata il brano è ultimo nella classifica. Al punto che oggi Libero lancia la notizia così: “Sanremo 2020, Junior Cally ultimissimo in classifica: al Festival il trionfo di Salvini“. E non si capisce di che trionfo si tratti, Salvini non è in gara e i suoi inviti a non guardare il Festival (la prima serata ha detto che andava a teatro, ieri che avrebbe letto un libro) non sembrano funzionare molto visto che ieri sera sono stati 9 milioni 962mila, pari al 53.3%, i telespettatori che hanno seguito in media ieri sera su Rai1 la seconda serata di Sanremo. Un anno fa, la seconda serata del festival aveva raccolto una media di 9 milioni 144mila spettatori e del 47.3%.

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I sovranisti però hanno le idee confuse. Come quello che ritiene che dopo il pippone infinito e lagrimoso di Rula Jebreal sul femminicidio abbiano fatto cantare Junior Cally con una canzone in cui dice “sborro nella bara”. Ma oltre alla contraddizione di chi si lamenta contemporaneamente di un monologo contro la violenza sulle donne e di una canzone che parla di donne uccise in realtà quello non è il testo di  una canzone di Junior Cally ma di un altro cantante, un rapper di nome Skioffi (che non è nemmeno a Sanremo).

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E non è il solo ad avere questo problema. Anche secondo un’altra utente il canone Rai non si deve usare per pagare “violenti che inneggiano al femminicidio” né “Rula Jebreal che offende gli italiani chiamandoci”, e qui il messaggio si interrompe. Insomma al Festival – sembra di capire – non ci devono andare né quelli che inneggiano alla violenza sulle donne (ma non c’è nessuna canzone che lo fa) né quelle che ci dicono che in Italia c’è un problema: la violenza e le molestie sessuali contro le donne.

Quelli che sono preoccupati dalla tutina di Achille Lauro e hanno scoperto il complotto del PD

Ma forse Junior Cally non è nemmeno il vero problema visto che c’è poi chi chiede all’onorevole Gianni Tonelli (Lega) di «fare un esposto contro la Rai per la presenza a Sanremo di personaggi come Junior Cally e ancora di più per le immagini raccapriccianti di Achille Lauro vestito e truccato da donna in un orario in cui i bambini guardano la TV». Ci sono due cose interessanti: la prima è che per “i bambini” sembra essere più pericoloso un tizio che canta con una tutina dorata di uno accusato di incitare alla violenza contro le donne. La seconda è che due sere fa Achille Lauro si è esibito intorno alle 23, non proprio l’orario in cui i bambini sono davanti alla televisione, in teoria.

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Altri invece hanno le idee chiare: quello che scrive che Junior Cally «è quello che vorresti incontrare a soli, di notte, che attraversa fuori dalle striscie [sic] pedonali». Per un tizio che si definisce ultrasovranista invece si tratta di un “delinquente di periferia” che deve stare zitto invece che dissare Salvini. Incredibile che si sia fatto tanto casino per un brano che potrebbe benissimo essere l’inno delle Sardine così come la canzone di Fedez era stata eletta a inno del M5S.

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Naturalmente la ragione per cui Junior Cally è a Sanremo è chiara a tutti: è di sinistra. Lui però ha dichiarato di aver votato per il MoVimento 5 Stelle, che era al governo con la Lega quando sono state fatte le nomine degli attuali vertici della Rai che hanno deciso l’organizzazione di questa edizione di Sanremo.

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Un bel casino, non se ne esce. Soprattutto perché quando qualcuno li accusa di “razzismo” i sovranisti non capiscono più nulla e si sentono ingiustamente discriminati. Junior Cally è «un’altro [sic] sfigato che ha capito che se vuole far carriera deve stare sotto la cappella del pd siccome sono tutti cantanti senza arte né parte e sanno che valgono 2 centesimi bucati conoscono bene il sistema mafioso che il pd può dare degli apecorati». Dopo il partito di Bibbiano ecco il partito di Sanremo.

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E si arriva alla logica conclusione: Junior Cally vincerà di sicuro (intanto è ultimo e probabilmente sarà eliminato) perché «è lo specchio di questo viscida associazione che ci governa e che pretende la nostra accettazione al loro patetico tentativo di controlo [sic] del pensiero». La canzone? Secondo un utente è «razzista e misogina», anche se non parla di donne e dice testualmente «Spero si capisca che odio il razzista». Si tratta di “razzismo nei confronti dei bianchi”, da parte di un bianco. Ma certamente.

Leggi anche: Ma a Pillon e agli altri cosa “frega” se Achille Lauro canta a Sanremo con una tutina?

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