Opinioni
Perché morire per la libertà dei curdi? È solo questione di Avere o Essere
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2019-01-14
Il fratello di un mio compagno di Università si è arruolato nelle milizie curde dell’YPG ed è caduto combattendo per la libertà di quel popolo. Aveva 50 anni e dei figli. Perché l’ha fatto? Se uno legge il bel libro “Il Combattente” di Karim Franceschi o scorre le strisce di ZeroCalcare, Kobane Calling, capisce che […]
Il fratello di un mio compagno di Università si è arruolato nelle milizie curde dell’YPG ed è caduto combattendo per la libertà di quel popolo. Aveva 50 anni e dei figli. Perché l’ha fatto? Se uno legge il bel libro “Il Combattente” di Karim Franceschi o scorre le strisce di ZeroCalcare, Kobane Calling, capisce che la guerra contro l’Isis ha motivazioni profonde e dovrebbe scuotere più profondamente gli animi assopiti e ormai ottusi di noi occidentali. I Giovani lo capiscono più di noi adulti. Un mio studente d’Informatica è andato a Erbil. Non mi ha mai detto il perché, ma suppongo che anche lui sia andato per aiutare la causa del popolo curdo.
Eppure la giustezza della causa, non spiega fino in fondo perché un 50-enne decida di dare un taglio alla vita comoda ed andare a combattere. Forse la motivazione di questo gesto me l’ha data, inconsapevolmente, un mio laureato in Filosofia. Mi ha chiesto un mio parere: deve scegliere fra un periodo di cooperazione a Curacao (Caraibi) e uno stage presso Ernst&Young e non sa che fare. Lo stage serve per trovare lavoro, il periodo di cooperazione serve per sé stessi. È il confronto fra avere (in questo caso un lavoro) ed essere. Se il giovane sceglierà Curacao, a 30 anni forse penserà che lo stage gli avrebbe reso l’ inserimento nel lavoro più facile. Se il giovane sceglierà Ernst&Young, sicuramente a 60 avrà il rimpianto di non essere stato capace di “essere” giovane quando l’età glielo permetteva. Io credo che il fratello del mio compagno di studi abbia sentito un richiamo profondo all’essere nel senso più profondo del termine. Siamo fatti della stessa materia dei sogni, siamo fatti per seguire vertute e canoscenza… e la società attuale non offre più sogni ed ideali da seguire. La Chiesa ha fallito, il PCI ha fallito, rimangono solo macerie, materiali e spirituali.. È naturale, è umano non accettare il declino di una società decadente. Si cerca tutti una sfida, una ragione per vivere e per non vegetare… Il mio amico ha scelto di farlo andando a combattere (e morire) per i diritti di un popolo, come un eroe di altri tempi… Onore e la mia sincera ammirazione al mio amico.
foto copertina da qui
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