Infortuni sul lavoro, tagliati i risarcimenti e i fondi per la sicurezza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-03

Le vittime di incidenti e i parenti di quanti muoiono ogni anno solo per essere andati a lavorare (1.133 nel 2018, in aumento sull’anno precedente, e 121 nei primi due mesi del 2019), rischiano di avere minori risarcimenti.

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La legge di bilancio 2019 taglierà i risarcimenti dovuti alle vittime degli infortuni sul lavoro. Dunque, al danno provocato per aver ridotto di mezzo miliardo in tre anni le risorse per la prevenzione – che si accompagna al taglio delle tariffe entrato in vigore ieri – segue la beffa: le vittime di incidenti e i parenti di quanti muoiono ogni anno solo per essere andati a lavorare (1.133 nel 2018, in aumento sull’anno precedente, e 121 nei primi due mesi del 2019), rischiano di avere minori risarcimenti.

Lo ha certificato la Corte di Cassazione con la sentenza 8580 del 27 marzo scorso: «la legge finanziaria del 2019», nel cambiare i criteri di calcolo di quanto dovuto alle vittime, produce «inevitabili ripercussioni sulla integralità del risarcimento del danno alla persona, principio costantemente ribadito dalla giurisprudenza di legittimità». Spiega oggi Repubblica in un articolo a firma di Marco Ruffolo:

Mentre finora i lavoratori infortunati o i parenti di quelli deceduti potevano pretendere dal datore di lavoro (se responsabile) il ristoro di tutti i danni non coperti dall’Inail, ora la legge sembrerebbe non consentirlo più. L’Istituto nazionale di assicurazione oggi rimborsa il danno biologico permanente e quello patrimoniale, ma non altre voci come il danno morale e quello temporaneo alla salute. Sono queste le principali voci a rischio.

vittime sul lavoro penalizzate

La legge consentirà inoltre all’Inail di rivalersi sui responsabili del danno in misura maggiore di prima: infatti potrà riscuotere somme “a qualsiasi titolo e indistintamente”, anche se entro l’entità del danno. In questa triangolazione, alla fine chi rischia di rimetterci è proprio la vittima, che, secondo il consigliere della Corte di Cassazione, Marco Rossetti, «è di fatto espropriata di una parte del suo credito risarcitorio che non sarà pagato da alcuno».

La norma della legge di bilancio, molto contorta, sembra infatti stabilire che il risarcimento potrà essere al massimo quello «complessivamente calcolato per i pregiudizi oggetto di indennizzo», ossia, sembra di capire, solo quello a carico dell’Inail.

vittime sul lavoro penalizzate 1

L’Istituto dà una lettura diversa: esclude di potersi rivalere sul datore di lavoro per danni diversi da quelli oggetto di indennizzo, e questo dovrebbe «consentire di attribuire integralmente al lavoratore il risarcimento di quei danni». «Ad ogni modo – continua la precisazione Inail – nel caso in cui si dovessero affermare interpretazioni della norma che si risolvono a danno del lavoratore, l’Istituto si impegna a sostenere e/o promuovere, nelle competenti sedi, ogni iniziativa utile a ripristinare la piena tutela». Che però, è chiaro, non è più garantita per legge.

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