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L’inchiesta sui test sierologici in Lombardia e l’indagine sui rapporti Diasorin-Lega

neXtQuotidiano 23/07/2020

Le ipotesi di reato sono peculato e turbata libertà nella scelta del contraente. La storia dell’ex commissario della Lega varesina e Presidente della Fondazione Irccs Carlo Besta

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Il Fatto Quotidiano oggi aggiunge un tassello alla vicenda dell’indagine sui test sierologici che vede sotto inchiesta l’amministratore delegato dell’azienda Carlo Rosa e i vertici del Policlinico San Matteo di Pavia nata da un esposto di Technogenetics, che aveva presentato anche richieste di sospensiva al TAR poi annullate dal Consiglio di Stato.

Ieri la GDF ha perquisito case, uffici, laboratori, pc e cellulari: otto indagati, tra i quali il presidente della Fondazione San Matteo Alessandro Venturi e il direttore di virologia dell’ospedale di Pavia, il professore Fausto Baldanti, responsabile scientifico del progetto. Per il quale gli inquirenti sollevano “un evidente conflitto d’interesse” peraltro già svelato da uno scoop del Fatto: Baldanti era membro del gruppo di lavoro del consiglio superiore della sanità e componente del tavolo tecnico scientifico della Regione Lombardia chiamato a decidere “l’approccio diagnostico omogeneo” per la diagnostica anti Covid-19. Un tavolo che decise di non adoperare i test rapidi pungidito “ritenuti inaffidabili sulla scorta, anche, di articoli pubblicati dallo stesso Baldanti su riviste scientifiche nonostante vi fossero pareri opposti” scrive il pm Paolo Mazza. Dopo gli articoli del Fatto, Baldanti dichiarò le dimissioni dai due tavoli.

La Lombardia decise di non usare i pungidito e aspettare che Fondazione San Matteo e Diasorin completassero il loro progetto “malgrado altri operatori del settore (tra cui Technogenetics, che ha presentato un ricorso al Tar e un esposto penale contro l’accordo, ndr) avessero manifestato reiterate manifestazioni di disponibilità” a collaborare con metodologie già validate o in possesso del marchio Ce (che il kit di Diasorin otterrà solo il 17 aprile). Il pm vuole “fare luce sui legami politici che possono avere influito sulla scelta del contraente” in Diasorin. E sottolinea che all’Insubrias Biopark, in provincia di Varese, c’è la sede di alcuni uffici sia di Diasorin Spa, sia della Fondazione Istituto Insubrico, il cui direttore generale è Andrea Gambini (non indagato, ndr) “già commissario della Lega varesina e Presidente della Fondazione Irccs Carlo Besta”. Per la Fondazione Diasorin è “un cliente di primo piano”.

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GAMBINI è anche presidente del Cda di Servire srl –si occupa di manutenzione di “macchinari per la ricerca biotecnologica” (socio unico è la stessa Fondazione Istituto Insubrico). Nel 2018, Servire srl dichiara “un volume d’affari ” pari a 1,3 milioni e si “conferma” lo “stre tto rapporto con la società di diagnostica”.“Ci auguriamo che la Procura faccia presto chiarezza come ha già fatto la magistratura amministrativa – dichiara il presidente del San Matteo Venturi – abbiamo operato correttamente e nell’esclusivo interesse della salute dei cittadini”.

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