Diasorin e San Matteo di Pavia indagati per i test sierologici in Lombardia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-22

La storia dei test sierologici in Lombardia era stata al centro di una battaglia legale intentata dall’azienda Technogenetics, che aveva presentato richieste di sospensiva al TAR ed esposti in procura. Le ipotesi di reato sono turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato

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I vertici del Policlinico San Matteo di Pavia e della società Diasorin sono indagati dalla Procura della Repubblica di Pavia nell’ambito di un’inchiesta sull’accordo tra l’ospedale pavese e la società piemontese per i test sierologici anti-Covid. A darne notizia è stata poco fa la stessa Procura con un comunicato stampa. Tra gli indagati c’è l’amministratore delegato di Diasorin Carlo Rosa.

Diasorin e San Matteo di Pavia indagati per i test sierologici

La storia dei test sierologici in Lombardia era stata al centro di una battaglia legale intentata dall’azienda Technogenetics, che aveva presentato richieste di sospensiva al TAR ed esposti in procura. La Procura della Repubblica di Pavia ha disposto nell’ambito delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal pm Paolo Mazza l’esecuzione di diverse perquisizioni domiciliari e locali nei confronti di diversi soggetti indagati per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato.

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“I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pavia, nell’ambito dell’indagine della Procura di Pavia che vede indagati vertici del San Matteo e della Diasorin stanno sequestrando su ordine della locale Procura della Repubblica documentazione e apparati informatici presso gli uffici ed i laboratori del Policlinico San Matteo e della società biotecnologica. Nel dettaglio sembrerebbe che sia stata favorita, a discapito di altre potenziali concorrenti, la società piemontese di rilevanza internazionale – Diasorin S.p.a. – operante nel settore delle biotecnologie, trasferendo ad essa tutti i risultati delle attività di ricerca e sperimentazione effettuate dalla Fondazione Irccs San Matteo di Pavia, nel settore dei test sierologici per la diagnosi di infezione da Covid-19”, dice il comunicato. “L’attività – sottolinea ancora la nota della Procura – trae origine da una denuncia presentata da una società concorrente avverso il rapporto collaborativo instaurato tra la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo e la società piemontese, per lo sviluppo di test sierologici e molecolari per la diagnosi da infezione Covid-19, allo scopo di ottenere la marcatura CE. Tale accordo veniva stipulato senza gara rendendo possibile un vantaggio economico per l’impresa piemontese”. Ulteriori accertamenti sono in corso per chiarire i rapporti economico-commerciali esistenti tra Diasorin, Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita e la società Servire S.r.l. tutte operanti presso l’Insubrias Biopark di Gerenzano (Varese).

Diasorin e l’accordo al Tar e al Consiglio di Stato

L’agenzia di stampa ANSA scrive che sono già in corso le audizioni di ricercatori del San Matteo di Pavia nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati i vertici dell’Istituto e della multinazionale Diasorin nell’ambito di un’inchiesta sull’accordo tra l’ospedale pavese e la società piemontese per l’effettuazione dei test sierologici anti-Covid. Saranno inoltre analizzati documentazione e apparati informatici acquisiti dai militari della Guardia di Finanza negli uffici e nei laboratori del Policlinico San Matteo e della società biotecnologica. L’inchiesta nasce dalla denuncia presentata da una società concorrente che, tra le altre cose, lamentava come l’accordo fosse stato stipulato senza gara.

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Nel giugno scorso il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia aveva annullato  l’accordo tra il Policlinico San Matteo di Pavia e la Diasorin sui test sierologici. Era stato, dunque, accolto il ricorso dell’azienda concorrente TechnoGenetics, rappresentata dallo studio legale Abiosi. Il Tar ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti poiché, si legge nella sentenza, “la Fondazione San Matteo ha impegnato risorse pubbliche, materiali ed immateriali, con modalità illegittime, sottraendole, in parte qua, alla loro destinazione indisponibile”. Successivamente il Consiglio di Stato aveva annullato la decisione del Tar della Lombardia e il presidente della Regione aveva accolto con esultanza la notizia.

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