Attualità
«Ecco l’incontro tra il senatore vicino a Salvini e il commercialista del caso LFC»
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-08-04
Si tratta di Stefano Borghesi, bresciano di Lumezzane, commercialista come Manzoni, ma soprattutto uomo del cerchio magico di Matteo Salvini, vice del Capitano ai tempi della segretaria della Lega Lombarda, senatore e presidente della commissione permanente Affari costituzionali
Domenica Repubblica ha parlato di un incontro tra un politico di primo piano del Carroccio e uno dei tre commercialisti Scillieri, Di Rubba e Manzoni comparsi nel caso Lombardia Film Commission. Oggi Il Fatto sostiene in un articolo a firma di Stefano Vergine che il politico sia Stefano Borghesi, bresciano di Lumezzane, commercialista come Manzoni, ma soprattutto uomo del cerchio magico di Matteo Salvini, vice del Capitano ai tempi della segretaria della Lega Lombarda, senatore e presidente della commissione permanente Affari costituzionali. L’incontro, dice il Fatto, è con Manzoni:
Cosa si dicevano Manzoni e Borghesi? Lo abbiamo chiesto a Borghesi, ma nel momento in cui il giornale va in stampa il senatore non ci ha ancora risposto. Borghesi non è indagato per la vicenda della Lombardia Film Commission. Il suo legame con i commercialisti leghisti finiti sotto il faro della Procura è però un fatto documentato. Quarantatré anni, laurea in Economia e commercio, un paio di nomine nei consigli di revisione contabile di società a controllo pubblico (Agea e gruppo Poste Italiane), Borghesi è in affari con Manzoni e Di Rubba. E anche con Giulio Centemero, l’ex assistente personale di Salvini diventato tesoriere del partito. I quattro condividono infatti le quote azionarie della Mdr Stp Srl.
È la piccola società che, fra il 2018 e il 2019, ha ricevuto 39 bonifici da Lega per Salvini Premier, Lega Nord e Radio Padania. Un totale di quasi mezzo milione di euro bonificato dalle casse del partito – gravato dal debito dei 49 milioni di euro frutto della truffa sui rimborsi elettorali ottenuti presentando bilanci falsi – e arrivato a quelle dell’i m p re s a privata dei suoi esponenti. Motivo? Servizi contabili: questo almeno è l’oggetto sociale della società dei commercialisti di fede salviniana.
Borghesi, con Manzoni, Di Rubba e il tesoriere Centemero, è socio della Mdr Stp che ha ricevuto mezzo milione di euro dalla Lega:
Le quote della Mdr Stp peraltro non sono distribuite in modo equo: Di Rubba e Manzoni detengono il 96% dell’a zi end a, mentre Borghesi e Centemero sono titolari del 2% ciascuno. Insomma, degli eventuali utili aziendali i due parlamentari beneficerebbero in minima parte. Una spiegazione potrebbe trovarsi fra le norme che regolano le perquisizioni. Che succede se la polizia giudiziaria deve perquisire gli uffici di una società privata tra i cui soci ci sono dei parlamentari? Succede che non basta presentarsi con un decreto firmato da un giudice. SE INFATTI un parlamentare (e qui sono due) ha il suo ufficio personale all’interno dell’azienda, la faccenda si è molto più complicata. Serve il voto della giunta per le autorizzazioni, cioè l’ok da parte degli stessi colleghi in Parlamento.