Gli incontri tra Salvini e l’ambasciatore russo a Roma sono stati monitorati dai servizi segreti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-02

L’intelligence italiana e quella americana monitorano da tempo i movimenti all’interno di villa Abamelek. Il leader delle Lega si “difende” dicendo di aver avvisato Palazzo Chigi di questi colloqui

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Quelle visite a villa Abamelek erano state immortalate dagli occhi dell’intelligence italiana e americana. Gli incontri Salvini-Razov, all’interno della sede dell’ambasciata russa a Roma, erano già finiti nel mirino dei servizi segreti dei due Paesi. Questi continui (almeno 4) rendez-vous erano, dunque noti anche se privi – a quanto pare – di richieste formali avanzata dall’ex Ministro dell’Interno (o dal suo staff) direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che sarebbe stata avvisata solamente in seguito, proprio grazie al lavoro delle intelligence.

Incontri Salvini-Razov monitorati dai serviti segreti italiani e americani

Partiamo da un presupposto: il leader della Lega non è “vittima” di spionaggio. Come spiega il quotidiano “Domani”, infatti, da tempo (ancor prima dell’invasione in Ucraina) i servizi segreti di Italia e Stati Uniti hanno acceso i riflettori sui movimenti interni ed esterni a villa Abamelek, la sede della rappresentanza russa a Roma. E, dall’inizio della guerra, questi “controlli” sono stati intensificati. Inoltre, la figura del segretario del Carroccio è finita sotto la lente d’ingrandimento dell’intelligence americana dopo il caso del Metropol hotel di Mosca per via dei suoi rapporti con Vladimir Putin. Questa è la cornice che, dunque, racchiude quanto rivelato oggi – nell’ennesimo capitolo di questa vicenda – dal quotidiano diretto da Stefano Feltri.

Il resto, invece, è il dipinto. Ovvero quei movimenti, quegli spostamenti dentro e fuori villa Abamelek che hanno visto – nel giro di poche settimane – almeno quattro incontri Salvini-Razov. E c’è di più:

“Domani – grazie ad autorevoli fonti convergenti – è in grado anche di rivelare che, per via informale, anche alcuni importanti esponenti di palazzo Chigi erano a conoscenza delle date esatte degli incontri Razov-Salvini. Alcun esponenti di vertice della Lega sono stati addirittura messi in allerta per la presenza nei rendez vous del nuovo consulente per la politica estera del leader leghista, il misterioso Antonio Capuano”.

Secondo il quotidiano, che cita “fonti autorevoli”, anche alcune persone che orbitano (con ruoli di rilievo) a Palazzo Chigi erano state avvisate dall’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) di questi incontri Salvini-Razov che, ovviamente, non costituiscono un qualcosa di perseguibile da parte dei servizi segreti che, come da loro compito, si sarebbero limitati a monitorare e avvisare chi di dovere. Anche all’interno del Carroccio.

E l’attenzione si è spostata anche sulla figura di quell’avvocato di Frattaminore comparso, improvvisamente, sulla scena. Regista degli incontri e, come indicato da lui stesso, anche fautore di quel piano di pace in quattro punti. Il ruolo attivo di Antonio Capuano (anche ex deputato di Forza Italia) ha sorpreso l’intelligence americana anche per un altro motivo. Oltre alla sua presenza agli incontri Salvini-Razov, il nuovo consulente misterioso (ormai neanche troppo) del leader della Lega avrebbe organizzato anche un incontro (confermato) tra il segretario del Carroccio e il “capo missione dell’ambasciata americana a Roma, Thomas Smitham”. Era il 22 marzo scorso, a quasi un mese dall’inizio della guerra. Un colloquio a sorpresa (con la presenza confermata dell’avvocato) visto che i rapporti tra Salvini e i rappresentanti statunitensi in Italia sembravano essere inesistenti dopo lo scandalo del Metropol Hotel.

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