ILVA, cosa c’è dietro lo stop di ArcelorMittal

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-06

Quella dello scudo penale è soltanto una scusa per gli indiani e oggi il Corriere della Sera spiega che ammesso che il governo voglia ripristinarlo, magari inserendo la norma nel decreto fiscale, c’è da scommettere che questo non basterà

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L’ex Ilva perde 2 milioni al giorno e 60 al mese, quando era gestita dai commissari perdeva 30-40 milioni al mese. Oggi l’acciaio costa 400 euro a tonnellata, al tempo dei commissari si parlava di 390. Ma la differenza sta nel fatto che oggi le materie prime, i minerali, costano di più. In più sono arrivati i dazi. Il risultato è che, per assurdo, oggi Arcelor perderebbe meno pagando i lavoratori per stare a casa. E il piano industriale che i franco-indiani avevano in mente è lontano dall’essere rispettato con una produzione che si ferma a 4,5 milioni di tonnellate nel 2019, ben lontano dai 6 milioni previsti. Quella dello scudo penale, insomma, è soltanto una scusa per gli indiani e oggi il Corriere della Sera spiega che ammesso che il governo voglia ripristinarlo, magari inserendo la norma nel decreto fiscale, c’è da scommettere che questo non basterà.

ArcelorMittal avrà gioco facile a contestare l’inaffidabilità dell’esecutivo e, nella migliore delle ipotesi, ad alzare la posta. Chiedendo una revisione del contratto e un ridimensionamento degli impegni sul piano dell’occupazione. Qui però si entra in un territorio delicatissimo. Non è escluso infatti che Acciai Italia — la cordata che aveva conteso ad Arcelor l’ingresso in Ilva (Jindal, Arvedi, Del Vecchio e Cdp) —possa andare per vie legali. Di certo se c’è una persona che può raccapezzarsi in questo dedalo è proprio Lucia Morselli, che di Acciai Italia era amministratore delegato.

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Ilva, cosa c’è dietro lo stop di ArcelorMittal (Corriere della Sera, 6 novembre 2019)

A rendere più forte la posizione di ArcelorMittal, per finire, è anche il fatto che di ora in ora l’idea di un ritorno in campo di Jindal (oggi impegnato nel rilancio di Piombino) sembra meno consistente.«Abbiamo fatto le nostre verifiche, al momento non ci sembra uno scenario credibile», dice Mirco Rota della Fiom Cgil. In effetti Jindal in questo momento ha fatto un investimento da 2,8 miliardi in India. Fin qui gli scenari possibili.

A fine mattinata si avrà chiarezza sulla posizione di ArcelorMittal. Ma si tratterà solo dell’apertura di una lunga partita a scacchi.

Leggi anche: Jindal e CdP: Renzi ha una nuova cordata per rilevare l’ILVA

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