Opinioni
Ilaria Cucchi contro Salvini per la storia della legge sulla tortura
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2015-06-26
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una lunga lettera aperta a Matteo Salvini in cui spiega al leader della Lega cos’è il reato di tortura e perché in Italia ce n’è davvero bisogno: Caro Salvini, Provo grande tenerezza nei suoi confronti. Dopo averla vista lanciare i suoi anatemi persino nei […]
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una lunga lettera aperta a Matteo Salvini in cui spiega al leader della Lega cos’è il reato di tortura e perché in Italia ce n’è davvero bisogno:
Caro Salvini,
Provo grande tenerezza nei suoi confronti.
Dopo averla vista lanciare i suoi anatemi persino nei confronti di Papa Bergoglio, ora la vedo drammaticamente ridicolizzare le forze dell’ordine tutte di fronte a tutto il mondo. Potenza della globalizzazione. Potenza ma anche conseguenza del cosiddetto mondo globale. Il proprio messaggio viene spietatamente diffuso via internet a moltitudini di persone indefinite che lo possono percepire in tutto il suo significato. Nel bene e nel male. Nella sua valenza pregante o nella sua disarmante superficialità. Nella sua illuminante acutezza o nella sua ridicola stupidità. Sempre e comunque.
Ma Lei, caro Matteo Salvini, ha mai studiato o solo letto il disegno di legge sulla tortura che tanto critica per compiacere la pancia di coloro che non possono non preoccupare, con le loro prese di posizione, Colui che ha la responsabilità di garantire la democrazia è la libertà è della Costituzione in questo Paese?
Prevengo subito le sue tanto scontate quanto banali repliche.
Ho già avuto modo di criticare questo disegno di legge come è stato modificato per la sua ridottissima applicabilità in concreto. Non può riguardare il caso Aldrovandi, Uva o quello di mio fratello e nemmeno i fatti accaduti alla scuola Diaz o Bolzaneto durante il G8.
Quindi non parlo per motivi personali. Allora lei mi dirà: “a quale titolo questa si rivolge a me intervenendo su questo tema se non la riguarda?”
Capisco che lei abbia difficoltà allora a comprendere il motivo del mio intervento per il solo fatto che non mi riguarda personalmente e che pertanto dovrei “fregarmene”, ma io, come cittadina italiana che si è letta la norma mi chiedo e le chiedo: è sicuro che punire colui che “infligge intenzionalmente sofferenze fisiche e psichiche acute ad una persona che sia sottoposta alla sua custodia, per estorcere dichiarazioni confessioni o per motivi di odio razziale” sia ostacolare l’attività delle forze dell’ordine?
Ma è sicuro? È sicuro di aver letto quella norma? Di averla capita?
Cioè lei vorrebbe dire a tutti i cittadini che le forze dell’ordine debbono poter essere libere di arrecare intenzionalmente sofferenze fisiche e psichiche acute a coloro che sono sotto loro custodia per estorcere confessioni dichiarazioni o per odio razziale per poter fare bene il loro lavoro???
Ma le forze dell’ordine non si comportano mai così!! Giustamente Lei mi obietterà.
Ed allora? Dove sta il problema?
Già. Il problema non esiste.
Ma se lei si scalda tanto insieme ad alcuni suoi compagni d’avventura del Sap, forse il problema esiste. Esiste davvero.