Il volo “a palombella” di Retequattro

di Erennio Ponzio

Pubblicato il 2018-09-03

Negli ambienti Mediaset, con ampollosità che appare francamente eccessiva, la chiamano “la rivoluzione totale di Retequattro”. Ma al posto di Danton, Marat e Robespierre, la rete berlusconiana mette in campo nientemeno che Gerardo Greco (neodirettore del Tg4, un passato Rai ad Unomattina e ad Agorà), Roberto Giacobbo (sì, quello di “Voyager-Cazzenger”, secondo la parodia di …

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Negli ambienti Mediaset, con ampollosità che appare francamente eccessiva, la chiamano “la rivoluzione totale di Retequattro”. Ma al posto di Danton, Marat e Robespierre, la rete berlusconiana mette in campo nientemeno che Gerardo Greco (neodirettore del Tg4, un passato Rai ad Unomattina e ad Agorà), Roberto Giacobbo (sì, quello di “Voyager-Cazzenger”, secondo la parodia di Crozza) e Piero Chiambretti, il giovane comico valdostano che si avvia però a festeggiare i 63 anni. Manca solo il ritorno di Emilio Fede.

Obiettivo della “rivoluzione copernicana”, come l’ha definita lo stesso Chiambretti nel corso della presentazione mondan-monegasca davanti al direttore di rete, Sebastiano Lombardi: trasformare la tv generalista (e cenerentola) del gruppo di Segrate in un canale prevalentemente informativo. E non è detto che non ci scappi un Pulitzer. Sulla tavola apparecchiata a pixel saranno servite ben cinque serate in prime time. Con piatti pieni di manicaretti politici e di attualità. L’antipasto sarà offerto in guanti bianchi dall’onnipresente ed eterna signora Barbara Palombelli in Rutelli, che ha fatto l’opinionista praticamente in tutte le emittenti possibili e immaginabili (compresi, per chi l’avesse dimenticato, l’Ottoemezzo con Ferrara su La7 e la Domenica in di Mara Vernier): sarà lei, ogni sera, a condurre una striscia d’introduzione denominata “Stasera Italia”. Titolo cordialmente un po’ sovranista, come dettano i tempi. Rassicurante conformismo a gogò.

In effetti, a ben guardare, l’originalità non è certo il punto di forza del “new deal”. Non si può desistere dall’immediato paragone con l’esperienza di “La7”: la rete di Cairo è ormai un’ammiraglia del dibattito politico a tutte le ore. E sta facendo breccia tra i concorrenti. Dalle parti del Biscione – e delle sue emittenti sorelle – si è capito che non si può restare con le mani in mano. Ed ecco il restyling del logo di Retequattro, che ora sembra la posologia consigliata per un medicinale generico. Via al nuovo corso di una rete costruita apposta per la casalinga di Voghera, un tempo abbagliata dalla prestanza del cavaliere finché non l’ha tradito con il più giovane e viril barbuto leader della Lega.

retequattro programmi

Un’attenzione ancora più scandagliante non può tralasciare, però, la sparizione dai palinsesti di Retequattro di due maestri del giornalismo: Paolo Del Debbio e Maurizio Belpietro. I due intrattenitori, noti per la moderazione e l’autocontrollo, avranno forse peccato d’eccesso con la loro specializzazione – al pari di un ufficio d’igiene – nell’ispezionare baraccopoli e campi rom dando voce all’etnia indigena, nell’esplorare ghetti suburbani di ogni fattura, anfratti di segregazione e di malaffare, nell’accertare occupazioni abusive, nel fornire di microfono cittadini esasperati dal vicinato non ariano? E se avessero esagerato con lo zelo, tirando la volata non al loro anziano datore di lavoro, nonché ex ed aspirante premier elettorale, ma al fustigatore Matteo Salvini nel ruolo di “arrivano i nostri”?

Ecco allora che i dirigenti Mediaset, per tranquillizzare tutti, giustificano la rivoluzione come conseguenza della “fine di un ciclo”. Del Debbio e Belpietro, alzando il livello della paura sociale tra vittime di furti e di palpeggi multirazziali, avrebbero insomma fatto il loro tempo. Sarà così? “Le scelte politiche non c’entrano” ha assicurato Berlusconi junior con la stessa sincerità che caratterizza il genitore. E chi sarà garante della ritrovata deontologia da piccolo schermo? Chi altri se non la stessa Barbara Palombelli in Rutelli, buona per tutte le cause, da quelle di Forum a quelle dei Palazzi? A lei è dunque affidata la prima serata. Sottotitolo “per raccontare la nuova politica”. Quella che vede eclissarsi, ahinoi, proprio l’anziano padrone di casa. Più che “Stasera Italia”, meglio “Stanotte Italia”.

Leggi sull’argomento: San Giuseppe dei Falegnami, cosa rappresentava quel tetto…

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