Il Veneto tradito

di Gianluca Codagnone

Pubblicato il 2018-07-31

Ieri ho parlato per alcune ore con un imprenditore veneto. Nei feudi leghisti il malessere contro la Lega di Salvini e le recenti misure politiche adottate dal governo sta montando come una maionese impazzita. L’ossatura dell’imprenditoria del Nord Est che e’ uscita dalla crisi inizia ad avere problemi nel trovare manodopera a causa delle poltiche …

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Ieri ho parlato per alcune ore con un imprenditore veneto. Nei feudi leghisti il malessere contro la Lega di Salvini e le recenti misure politiche adottate dal governo sta montando come una maionese impazzita.

L’ossatura dell’imprenditoria del Nord Est che e’ uscita dalla crisi inizia ad avere problemi nel trovare manodopera a causa delle poltiche ostili agli immigrati (per quanto in misura minore e’ lo stesso fenomeno riscontrabile in America e che spinge in alto il costo del lavoro).

Senza contare che il reddito di cittadinanza come concepito dal Movimento 5 Stelle viene criticato come l’ennesima misura assistenzialistica in stile anni 80 che cementando la dipendenza dalla spesa pubblica contribuisce a perpetuare la trappola della stagnazione in tutto il Meridione.

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Infine, la nazionalizzazione di Alitalia, la melina sulla vendita dell’ILVA ad Arcelor-Mittal e il probabile blocco del TAV Torino-Lione (nonché di altre infrastrutture come la terza corsia dell’autostrada Milano-Genova, o il gasdotto TAP) stanno erodendo il consenso tra i ceti produttivi. Chi credeva di di aver trovato una rappresentanza politica forte delle proprie istanze assiste sconcertato a una tragica deriva peronista. Le aspettative di un elettorato che già sente diffondersi un penetrante olezzo di tradimento, rischiano di infrangersi irrimediabilmente a settembre con le mille pantomime sulla Legge di Stabilità.

 

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