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“Il vaccino rende liberi”, il vicesindaco di Bistagno no-vax e il paragone con Auschwitz

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-20

Il vicesindaco del comune nella provincia di Alessandria ha spiegato di essere orgogliosamente no-vax e che chiunque non accetti che i vaccini siano una limitazione della libertà lo fa in malafede

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Il paragone tra vaccini e campi di concentramento per non si sa quale motivo trova territorio fertile in una certa fetta del mondo della politica, l’ultimo ad iscriversi all’appello è stato Riccardo Blengio vicesindaco di Bistagno. L’assessore alla cultura del comune nella provincia di Alessandria ha condiviso un post in cui pubblicava la celebre targa di ingresso del campo di concentramento di Auschwitz – il lavoro rende liberi – e ne inseriva la parola vaccini.

Come altri che in questi mesi si sono riprodotti in azioni di questo genere, subito il vicesindaco ha sottolineato come il post sia stato strumentalizzato.  “L’intento era ovvio: far notare che le attuali intenzioni dei governi europei riguardo all’obbligo di Green pass (“lasciapassare”, se lo si vuole chiamare in italiano), con relativa discriminazione dei non vaccinati relegati al ruolo di cittadini di serie “B”, sono criminali”, scrive. Non ci sarebbe stato d aspettarsi nulla di diverso da un amministratore locale dichiaratamente no-vax.

“Il vaccino rende libero”, il vicesindaco di Alessandria no-vax richiama il campo di Auschwitz. Non è il primo caso

Quello di Riccardo Blengio è solo l’ennesimo caso di questo inspiegabile paragone, che fino ad oggi ha trovato radici soprattutto negli esponenti dei partiti del centrodestra. A Gennaio era stato Marco Ferrara, amministratore locale di Frosinone a riproporre la stessa somiglianza. E all’appello non era mancata la solita Francesca Donato, che aveva twittato (senza cancellare) il suo pensiero sul vaccino.

Blengio, il vicesindaco di Bistagno, ha comunque deciso di non cancellare il post ma solo di modificarne la privacy. Nella sua spiegazione evidenzia come chiunque non riconosca i vaccini tra le privazioni della libertà, è in malafede. Rimane questa una pagina triste del nostro panorama politico. Ancora di più forse perché a parlare è un amministratore locale. Uno di quelli che il Covid, la pandemia e i disastri da questi creati li ha vissuti in prima persona. E invece piuttosto che remare tutti nella stessa direzione, in Italia abbiamo duramente polarizzato il dibattito sul vaccino.

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