«Il terremoto durerà ancora a lungo»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-11

Salvatore Stramondo, direttore dell’Osservatorio nazionale terremoti presso l’Ingv, spiega

article-post

Salvatore Stramondo, il direttore dell’Osservatorio nazionale terremoti presso l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), spiega oggi in un’intervista a Repubblica che quello scatenatosi il 24 agosto 2016 è una delle sequenze sismiche più complesse in Italia e durerà ancora a lungo:

Durerà ancora?
«È ragionevole prevedere di sì. La sequenza dell’Aquila ci mise tre anni ad esaurirsi».

Cosa succede in quella zona?
«Gli Appennini si distendono di 3-4 millimetri all’anno. Questo movimento lento ogni tanto produce una sequenza di terremoti. Alla fine del 2017 eravamo scesi a 30-40 scosse al giorno. A marzo siamo saliti a 140 nella porzione settentrionale della sequenza sismica, sul prolungamento a nord della faglia del Monte Vettore-Monte Bove, quella che si è attivata il 24 agosto 2016. In realtà non si tratta di un’unica faglia, ma di un sistema di faglie. Dal 4 aprile tra Muccia e Pieve Torina abbiamo registrato un magnitudo 4 e un 3.6».

Una sequenza così lunga vi dà modo almeno di studiare cosa accade sotto terra?
«Stiamo provando a mettere insieme strumenti diversi, come le variazioni nelle falde acquifere o le deformazioni del suolo».

muccia cedimento strutturale

Tra ieri e oggi due scosse hanno funestato le notti di Muccia e Pieve Torina. Tra i danni la caduta dei pensili delle SAE.

Osservate gli scostamenti successivi alle scosse. E quelli che accadono prima?
«Non ancora, ma ci stiamo lavorando. Si sta iniziando a provare, per il momento solo a livello sperimentale, a misurare gli spostamenti lenti che avvengono in superficie prima dei terremoti. Ma le sequenze sismiche sono eventi complessi, come ci insegna l’Italia centrale. E la ricerca applicata, per quanto riguarda i finanziamenti, nel nostro paese resta sempre il fanalino di coda».

Potrebbe interessarti anche