Cultura e scienze
Come il Tempo continua a fare propaganda contro i vaccini
Giovanni Drogo 27/12/2018
Il quotidiano diretto da Franco Bechis continua a dare sostegno all’associazione free-vax Corvelva che qualche giorno fa ha pubblicato delle analisi scientifiche su alcuni lotti vaccinali. Dopo l’intervista a D’Anna è la volta di un articolo a firma di Loretta Bolgan, la consulente scientifica dell’associazione veneta, che spiega che le analisi condotte da Corvelva sono scientificamente corrette
Qualche giorno fa il quotidiano Il Tempo ha pubblicato i risultati delle analisi condotte dall’associazione free-vax Corvelva su alcuni lotti di vaccini. In breve: secondo quelle analisi i vaccini sarebbero “contaminati” e addirittura – per quanto riguarda il vaccino contro la rosolia – non sono stati trovati gli antigeni. Un fatto che secondo il Tempo significa che il vaccino sarebbe una “truffa” visto che non contiene il vaccino contro la rosolia.
La risposta di AIFA al Tempo e a Corvelva
La realtà delle cose – come ha spiegato Giulia Corsini su NeXt Quotidiano – è diversa. Innanzitutto le analisi non sono state sottoposte ad alcun processo di revisione scientifica (come invece avviene di solito) e soprattutto l’interpretazione dei risultati è completamente errata. Per identificare la presenza o meno dell’antigene è stata utilizzata un enzima che però viene bloccato proprio da un ingrediente del vaccino. Questo fatto fa sì che l’enzima non possa “rilevare” la presenza dell’antigene. Per Corvelva (e per il Tempo) significa che l’antigene non c’è. Riguardo i presunti “contaminanti” non è noto se lo siano davvero. Insomma manca del tutto una vera e propria analisi scientifica sul contenuto del vaccino.
L’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha risposto a Corvelva e al giornale diretto da Franco Bechis spiegando che non solo i preparati vaccinali rispettano gli standard di produzione e hanno già superato tutti i controlli del caso ma aggiungendo che «le informazioni al momento rese disponibili da Corvelva non presentano questi requisiti e quindi non forniscono dati utili per una valutazione scientifica. Infatti non sono stati resi noti i laboratori interessati e il tipo di certificazione eventualmente in loro possesso, la validazione dei metodi e gli standard utilizzati nelle analisi condotte».
Così il Tempo punta a diventare il quotidiano di riferimento dei free-vax
Evidentemente al Tempo hanno pensato che era necessario correre ai ripari. Non tanto per rimediare alla figuraccia di un giornale che si fa megafono di balle pseudoscientifiche quanto per dare un ulteriore aiuto ai free-vax. Ecco quindi che ieri ha pubblicato la risposta della farmacologa esperta di vaccini contro AIFA che ci spiega che le analisi sono state condotte in maniera corretta. La farmacologa in questione è la dottoressa Loretta Bolgan, già protagonista di un’intervista sulle pagine del Giornale dei Biologi (la rivista dell’Ordine presieduto da Vincenzo D’Anna), nonché consulente scientifica per Corvelva e l’Ordine dei Biologi.
La dottoressa Bolgan è anche consulente del Coordinamento per la Ricerca e l’Informazione sulle Vaccinazioni (CoRiV), un’associazione che si occupa di non meglio precisate “patologie pediatriche post-vaccinali” (e chi ha orecchie per intendere sa di cosa si parla) e di «fornire ai genitori che hanno avuto figli danneggiati dai vaccini un supporto diagnostico-terapeutico, ma anche un supporto di consulenza medico-legale per aiutarli a gestire nel miglior modo possibile la realtà patologica dei loro bambini». Il sito di CoRIV ospita anche alcuni interventi di Roberto Gava, il medico trevigiano radiato dall’albo per le sue posizioni antivacciniste.
Ora è chiaro a tutti che chiedere a chi ha condotto le indagini o ai consulenti dell’associazione che le ha commissionate se sono state fatte in modo corretto è un po’ come dire “oste, è buono il vino?“. Non stupisce quindi che la dottoressa Bolgan risponda che è tutto a posto e che «AIFA non può richiedere metodi accreditati per il rilascio del lotto, perché sarebbero necessari anni per validarli, e fuori del nostro proposito che non è quello di diventare un ente certificatore del rilascio dei lotti, tanto più che non vengono utilizzate le metodiche previste in farmacopea europea per le analisi dei vaccini, ma metodiche di ultima generazione, non ancora acquisite in farmacopea per questo scopo». Una simpatica supercazzola per dire che Corvelva può fare quello che ha fatto perché è più “avanti” degli altri.
Il Tempo nel pubblicare la replica della dottoressa Bolgan – che a quanto pare ritiene esista una correlazione tra vaccini e autismo e tra vaccinazioni pediatriche e SIDS – non fa altro che continuare a non fare quello che un vero giornale dovrebbe fare. Approfondire le notizie, verificare le informazioni e – più in generale – non appiattirsi sulle posizioni (legittime per carità, ma non legittimate scientificamente) di chi dice che i vaccini sono il male assoluto.
Il problema qui non è più quello che pensano Corvelva, l’Ordine dei Biologi, l’ex senatore Vincenzo D’Anna o la dottoressa Bolgan. Il problema è che c’è un giornale che ha deciso di perseguire una linea dichiaratamente free-vax senza un briciolo di onestà intellettuale. Come spiega oggi il professor Roberto Burioni su Medical Facts il Tempo ha dato – e continua a dare – ampia diffusione a notizie non scientifiche e a risultati che nella migliore delle ipotesi non sono attendibili al solo scopo di alimentare la disinformazione sui vaccini. Il quotidiano di Bechis avrebbe potuto dare la notizia dello studio di Corvelva evidenziandone anche i numerosi punti oscuri e le mancanze. Sta invece perseguendo una linea differente: quella secondo la quale la ricerca di Corvelva ha “scoperchiato” una truffa ai danni dei cittadini che mette potenzialmente in pericolo i bambini. Si fa presto a dire che i sostenitori della “libertà vaccinale” sono ignoranti e hanno un cattivo rapporto con la scienza e la medicina. Ma cosa si dovrebbe dire di quei giornali che si prestano a fare da cassa di risonanza senza un minimo di analisi fattuale o fact checking?