Il Senato e i 700 euro al mese a Formigoni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-06

Dopo la condanna è senza vitalizio. In attesa del ricorso, ecco la “pensione ”

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Il Fatto Quotidiano ci fa sapere oggi che il Senato ha deciso di accordare a Roberto Formigoni una prebenda di 700 euro al mese, una cosiddetta pensione sociale.  E a breve Palazzo Madama potrebbe pure restituirgli il vitalizio che gli ha congelato appena lo scorso 1 agosto, dopo che la sua sentenza di condanna per corruzione è diventata definitiva.

“Il Celeste” dice di passarsela malissimo. Anzi di più, come hanno sottolineato i suoi agguerritissimi legali alla Commissione contenziosa del Senato presieduta dal forzista Giacomo Caliendo. Che ha accolto immediatamente la sua richiesta. E del resto come resistere a certi argomenti? “Roberto Formigoni ha dedicato l’inte ra propria esistenza alle Istituzioni, con 18 anni di impegno presso la regione Lombardia e 16 anni presso il Parlamento europeo, la Camera e il Senato”, hanno scritto i suoi avvocati nel ricorso in cui chiedono la restituzione del vitalizio da 7.709, 28 euro lordi al mese, ridotti a “soli” 3.385,14 da gennaio per effetto del ricalcolo contributivo degli assegni di tutti gli ex senatori.

senato 700 euro formigoni

Ma per Formigoni sembra questione di vita o di morte. E di portafogli. Perché ha 72 anni e è ai domiciliari. E quindi la revoca del vitalizio è una vera ingiustizia: “È stato privato –sostengono –anche di un reddito minimo che assicuri la sua stessa sopravvivenza ”. Dopo la conferma della condanna in Cassazione i magistrati gli hanno pignorato tutto. O almeno tutto quello che hanno trovato: sul suo capo pende infatti una richiesta da 47 milioni di euro da parte della Corte dei Conti della Lombardia. Ma almeno sui depositi bancari non hanno scovato granché.

Gli sono stati sequestrati invece altri beni compreso il vitalizio che gli corrispondeva la Regione. Quando il Senato ha smesso di erogargli l’asse gno da ex senatore si è dunque visto perso. Ma non vinto. Ha chiesto indietro l’assegno ma ha pure chiesto i danni per l’ingiustizia che Palazzo Madama gli avrebbe inflitto lasciandolo a secco e senza nemmeno “premurarsi di verificare le reali condizioni in cui versava e versa attualmente”. Argomenti che hanno fatto breccia.

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