Il programma di Alessandro Di Battista per il M5S (non ha molto senso)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-25

La cifra politica del Dibba: intanto promettere (“La TAP? La blocchiamo in una settimana”) e poi inventarsi una scusa per non mantenere o scomparire quando è il momento di assumersi la responsabilità delle decisioni impopolari. Per questo ci sono buone probabilità che vinca

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Annalisa Cuzzocrea oggi su Repubblica ci fa sapere che Alessandro Di Battista “punta” il congresso del MoVimento 5 Stelle per preparare la sua proposta e lancia in chiave anti-Ue l’abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione:

L’ex deputato M5S è uscito dall’Iran, adesso è in Turchia, e sulla strada del ritorno traccia – insieme alle persone che lo raggiungono al telefono – le idee sulle quali vorrebbe rifondare il Movimento. Idee simili a vecchi pallini di Gianroberto Casaleggio, che nel libro “Il gallo canta sempre al tramonto” vagheggiava – con Beppe Grillo e Dario Fo – un mondo in cui tutti potessero lavorare da casa, abbattendo costi e inquinamento.

È stato via molto, Di Battista. A distanza, si è scontrato duramente con Luigi Di Maio per la cacciata dal M5S del senatore Gianluigi Paragone, con il quale continua a lavorare su idee sovraniste, come appunto l’abolizione del pareggio di bilancio. Nei giorni scorsi ha scritto su Instagram che l’idea di stato sociale che ha in testa prevede nazionalizzazioni, come quella che vorrebbe i 5 stelle imponessero ad Autostrade. Una legge sul conflitto di interessi da fare subito, contro le consulenze considerate “le nuove mazzette”. Un nuovo multiculturalismo sullo scacchiere internazionale, che significa più autonomia rispetto alla Nato e agli alleati storici. Più dialogo con Paesi come l’Iran, dove Dibba racconta a tutti di essere stato benissimo. Di non essersi mai sentito così sicuro in nessuno dei viaggi intrapresi.

di battista paragone grillo 1

Tutto quello che propone Di Battista è, come al solito, ai confini dell’evanescenza e dell’impoliticità: le sue proposte sono insensate o non tengono conto dei vincoli e dei rischi insiti in ognuna di queste, e soprattutto non tengono in alcun modo maniera dei costi economici. Il che è un po’ la cifra politica del Dibba: intanto promettere (“La TAP? La blocchiamo in una settimana”) e poi inventarsi una scusa per non mantenere o scomparire quando è il momento di assumersi la responsabilità delle decisioni impopolari.

Porterà sul tavolo dell’ex capo politico queste idee, l’ex deputato. Prima di farlo, le getterà on line tra gli attivisti per raccogliere il consenso necessario a farle pesare. E a quel punto starà a Di Maio decidere se il “movimentismo” di Di Battista è compatibile con la via pragmatica tracciata nel giorno in cui ha tolto la cravatta a piazza di Pietra, in un gesto che più che un addio alla guida dei 5 stelle sembrava un arrivederci.

Per questo ci sono buone probabilità che vinca.

EDIT:  “Smentiamo categoricamente le ricostruzioni pubblicate stamane da Repubblica in una retroscena dal titolo ‘5S, torna Di Battista e sul congresso mette fretta a Di Maio’. Il titolo dell’articolo evidenzia una sintesi giornalistica totalmente incompressibile e fuorviante, che mette in risalto pregiudizi da parte del quotidiano nei confronti di Luigi Di Maio e di tutto il MoVimento 5 Stelle. Pezzo rilanciato sui social di Repubblica con un commento (‘Ed e’ gia’ scontro con Di Maio’) che tende a rimarcare, in maniera strumentale, un fatto totalmente inventato. Oltretutto in una situazione del genere, con l’emergenza coronavirus che sta impegnando l’attivita’ di ogni singolo componente di governo, e’ assurdo inventarsi una retroscena del genere”. Lo afferma in una nota lo staff del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

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