Il premier terzo (e non “eletto dal popolo”) del governo Lega-M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-13

Carroccio e grillini al lavoro a Milano sul programma. Ma manca ancora il nome per Palazzo Chigi. Con un problema di coerenza interna non indifferente alle porte

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Lega e MoVimento 5 Stelle sono al lavoro a Milano per trovare un’intesa da sottoporre a un Mattarella in assetto di guerra. Due le partite sul tavolo: il completamento del contratto di governo e la scelta del premier, che verrà affrontata solo in un secondo momento. E, in quello che potrebbe essere il giorno decisivo, tornano, nel M5S, i dubbi sulla scelta del premier terzo.

Il premier terzo (e non eletto dal popolo) del governo Lega-M5S

Dubbi, a quanto si apprende, legati soprattutto alla difficoltà di trovare una personalità di alto livello che non abbia un profilo meramente tecnico e che possa essere affine al programma di M5S e Lega. Nel Movimento, infatti, si esclude che il nome possa essere quello del bocconiano Guido Tabellini e ci si chiede se una figura tecnica sia davvero adatta al tipo di governo che si ha in mente. La soluzione, insomma, è apertissima ferma restando la disponibilità al passo indietro arrivata ieri da Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Sul programma, infine, filtra anche l’attenzione, da parte del M5S, a che il contratto non sia spostato troppo a destra: entro oggi, comunque, entrambi i partiti hanno intenzione di completarlo.

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Vignetta da: Karbopapero su FB

In ogni caso sarà curioso vedere quale profilo sceglieranno i due partiti che in questi anni hanno più battuto sul tasto del presidente del consiglio “non eletto dal popolo” per puntare il dito contro gli esecutivi di Monti, Letta e Renzi. Anche il profilo di Enrico Giovannini, che ha fatto un passo indietro nonostante il suo nome fosse circolato nei giorni precedenti, non corrispondeva in nulla a quello del premier “eletto dal popolo” che il “governo del cambiamento” dovrebbe avere. Entrambi i partiti sarebbero alla ricerca di un nome di alto profilo che abbia una connotazione e un cursus politico adeguato e che non possa essere assimilato alla figura di ‘tecnico alla Monti’. Al tavolo tecnico partecipano: per M5S, Laura Castelli, Danilo Toninelli, Vincenzo Spadafora, Alfonso Bonafede e Rocco Casalino; per la Lega, Roberto Calderoli, Armando Siri, Nicola Molteni, Gian Marco Centinaio e Claudio Borghi. Assente il vice segretario federale, Giancarlo Giorgetti.

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