Il piano Fassina-Schaeuble per uscire dall'euro

di Guido Iodice

Pubblicato il 2015-07-28

L’ex sottosegretario all’Economia ipotizza una dissoluzione coordinata dell’euro sulla base della proposta presentata dal ministro delle finanze tedesco durante la trattativa con la Grecia all’interno dell’Eurogruppo

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In un articolo sul suo blog e su quello di Yanis Varoufakis (che, vedremo, non essere perfettamente identici), l’ex sottosegretario all’Economia Stefano Fassina ipotizza una dissoluzione coordinata dell’euro sulla base della proposta presentata dal ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble durante la trattativa con la Grecia all’interno dell’eurogruppo. Scrive Fassina:

La sconfitta subita dal Governo Tsipras e da noi a suo sostegno dovrebbe cancellare l’illusione dell’inversione di rotta lungo la strada della continuità. Va preso atto che l’euro è stato un errore di prospettiva politica. La Germania l’ha capito e, ancora consapevole della sua storia, indica una via d’uscita: l’unica strada realistica per evitare una rottura caotica dell’eurozona e derive nazionalistiche incontrollabili (già preoccupanti verso e dai tedeschi) è il superamento concordato della moneta unica, esemplificato nella proposta di “Grexit assistita” scritta dal Ministro Schäuble e avallata dalla Cancelliera Merkel: non l’abbandono della Grecia a se stessa, ma “un’uscita accompagnata da ristrutturazione del debito (impossibile a Trattati vigenti), assistenza tecnica, finanziaria e umanitaria”.

Nonostante le virgolette, Fassina riporta un contenuto inesistente. La proposta di Schaeuble non parla affatto di assistenza finanziaria in caso di Grexit ma solo di assistenza tecnica e umanitaria:
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IL PIANO FASSINA-SCHAEUBLE PER USCIRE DALL’EURO
Come chiunque abbia seguito la trattativa ha ben capito, la proposta di Schaeuble era sostanzialmente punitiva. La Grecia esca dall’euro, bruci e sia da esempio al resto della periferia che alza la testa chiedendo flessibilità. Proprio in questi termini Timothy Geithner, ex Segretario del Tesoro degli Stati Uniti, aveva spiegato il piano Schaeuble rivelando i suoi colloqui privati con il ministro tedesco. Il fatto stesso che si offrano “aiuti umanitari” è indicativo: gli aiuti umanitari si offrono ai paesi vittime di una calamità. E anche Varoufakis ha confermato che l’intento di Schaeuble era “disciplinare”.
Se la proposta di Schaeuble fosse stata davvero un’uscita “morbida” dall’eurozona, allora altri sarebbero stati i contenuti, a partire dall’assistenza della BCE alla transizione. Del resto, che senso avrebbe consentire alla Grecia un’uscita morbida? Se la Grecia fosse uscita dall’euro in maniera “cooperativa”, come auspica Fassina, la sua eventuale ripresa economica avrebbe indotto anche la Spagna, il Portogallo e forse l’italia ad un passo del genere, con costi insostenibili per la Germania e gli altri paesi creditori. Quello di Schaeuble era un ricatto e Tsipras, a differenza di Fassina, lo ha capito benissimo (forse perché ha letto il documento e non si è inventato il suo contenuto). La verità è che non esiste alcuna possibilità di dissoluzione “cooperativa” dell’eurozona con gli attuali rapporti di forza. Chi si illude di poter realizzare un percorso del genere non è meno ingenuo (anzi lo è di più) di chi auspica improbabili “Stati Uniti d’Europa”.
 
TESORO, È SPARITO UN PUNTO DEL PIANO!
C’è un secondo punto dell’articolo di Fassina che non può non lasciare perplessi. Nella versione inglese pubblicata sul blog di Varoufakis, si legge (traduzione nostra):

Per una dis-integrazione gestita della moneta unica dobbiamo costruire una grande alleanza di fronti di liberazione nazionale, a partire dalla periferia mediterranea dell’eurozona, composta da forze progressiste aperte alla collaborazione la destra democratica sovranista. Il tempo a disposizione è sempre più breve.

Pudicamente il riferimento alla destra democratica sovranista sparisce nella versione italiana:

Per salvare l’Europa, rivitalizzare le democrazie delle classi medie e invertire il trend di svalutazione del lavoro dobbiamo costruire un fronte ampio a partire dalle forze progressiste della “periferia” mediterranea dell’eurozona per il superamento concordato della moneta unica. Il tempo a disposizione è sempre più breve.

Del resto in Italia è difficile trovare una destra democratica “potabile”. Chi sarebbero gli alleati? Salvini? Meloni? Magdi Allam? Alemanno? O forse Renato Brunetta? Ma allora perché rimproverare Renzi per l’alleanza con Verdini e Bondi? Neppure in altri paesi avrebbe molta fortuna: in Francia è ridicolo ipotizzare un’alleanza Le Pen-Melenchon e in Spagna la destra è il Partito Popolare del premier Rajoy. L’unico posto dove un’alleanza sovranista trasversale è nata è proprio la Grecia, con l’alleanza Syriza-Anel, ma Anel ha un decimo dei voti di Syriza ed è politicamente ininfluente (mentre Meloni e Salvini hanno sicuramente più voti di Fassina). Insomma, Fassina per sostenere le sue tesi è costretto ad inventarsi piani “cooperativi” inesistenti e a modificare le sue proposte a seconda dell’interlocutore, forse nella speranza che l’elettore di sinistra non conosca l’inglese. Se questo è il “futuro a sinistra”, c’è davvero da preoccuparsi.
 

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