Il Giornale e Lorenzo Fioramonti “sessista e violento”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-03

Il Giornale oggi racconta l’oscuro passato da odiatore sui social del grillino Fioramonti a partire dai vecchi commenti lasciati in rete

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Il Giornale oggi va all’attacco di Lorenzo Fioramonti, ministro della pubblica istruzione, pubblicando alcuni suoi vecchi commenti lasciati su Facebook negli anni scorsi e dipingendolo come “sessista e violento”.

Il Giornale e Lorenzo Fioramonti “sessista e violento”

Il quotidiano di Sallusti ripesca commenti che risalgono al 2013, quando Fioramonti era ufficialmente un “cervello in fuga”, ovvero quando era Professore associato di Economia politica all’Università di Pretoria, in Sud Africa, e nello stesso ateneo dirigeva il Centro per lo studio dell’innovazione della governance. Incarico che, stando al suo curriculum nella sezione «Amministrazione trasparente» del Miur, ha mantenuto fino al marzo 2018, quando alle ultime elezioni politiche è stato candidato dal MoVimento 5 Stelle alla Camera nel collegio uninominale di Roma-Torre Angela.

Fioramonti guardava in diretta i talk show italiani, come Servizio pubblico di Michele Santoro, ed esprimeva giudizi sferzanti, senza risparmiare gli insulti. Daniela Santanché diventava un bersaglio per la sua fedeltà di allora a Silvio Berlusconi e per il suo aspetto fisico. Stesso trattamento per Giuliano Ferrara, all’epoca direttore del Foglio. Al centro delle invettive del giovane Fioramonti anche le Forze dell’Ordine, il tutto dopo aver visto il film Diaz sui fatti del G8 di Genova. C’è un commento tranchant perfino sull’attentato davanti Palazzo Chigi del 28 aprile 2013 ad opera di Luigi Preiti il giorno dell’insediamento del governo Letta.

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Qualche anno prima, invece, nel 2009 Berlusconi veniva additato dal futuro ministro grillino come iettatore, responsabile involontario di tragedie immani come gli attentati dell’11 Settembre 2001 a New York e il terremoto de L’Aquila del 6 Aprile del 2009. Ma nel 2013 c’è n’era anche per il vignettista di sinistra Vauro: «Anche Vauro ha rotto le palle». L’unico a salvarsi, già sei anni fa, era Beppe Grillo, leader di quel M5s appena entrato in Parlamento per aprirlo a mo’ di scatoletta di tonno: «Almeno l’ovazione a Grillo in studio mi fa sperare bene», chiosava Fioramonti seguendo la trasmissione di Santoro.

I commenti di Fioramonti selezionati dal Giornale

Fioramonti e i post sulla polizia

Il Giornale fa sapere che ieri mattina i post incriminati erano ancora tutti online, non cancellati, forse per distrazione o ingenuità dal ministro.

Il 28 aprile del 2013, alle ore 23 e 17, Fioramonti ha appena finito di guardare il film Diaz sui fatti del G8 di Genova. «Bellissimo – scrive su Facebook – andrebbe fatto vedere in tutte le scuole il giorno della Liberazione, il 25 aprile». Poi prosegue: «A quel G8 c’ero anch’io. Avevo 24 anni. Ora ne ho 36 (è nato nel 1977) ed il paese è sempre lì. Incapace di fare i conti con il suo passato, tanto meno con il presente. Berlusconi era capo del governo e difese le forze dell’ordine a spada tratta. Il Parlamento, di cui molti membri siedono ancora lì, si è rifiutato sistematicamente di costituire una commissione d’inchiesta». E la stoccata alle Forze dell’Ordine: «La polizia, allora come oggi, sembra più un corpo di guardia del potere, invece che una forza al servizio dei cittadini.

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Nel 2009, invece, sempre da Pretoria l’allora professore Fioramonti era molto attivo nella pubblicazione di post su un gruppo chiamato «Berlusconi Porta Sfiga!!». L’attuale ministro il 2 dicembre del 2009 condivideva un articolo dal titolo «Berlusconi Porta Sfiga», articolo che aveva come immagine al suo interno una foto del terremoto de L’Aquila con l’ex premier in sopralluogo tra le macerie. Fioramonti commenta definendo Berlusconi «L’imperatore della sfiga». E scrive: «Guardate bene la foto… è proprio un segno di quanto sta facendo alle nostre istituzioni e al nostro paese».

Oggi sarà una brutta giornata per il ministro delle merendine.

Leggi anche: Ma Fioramonti non doveva dimettersi senza i soldi alla scuola?

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