Opinioni

Il futuro di Internet ossia il futuro dell’Umanità

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-12-02

In genere i consigli di laurea sono molto noiosi ed io cerco di evitarli come la peste. L’altro giorno c’è stato un CCL (Consiglio di Corso di Laurea) di Ingegneria Informatica e per una volta, invece che di parlare di burocrazia (in genere unica cosa di cui si appassionano molti dei miei colleghi accademici) si […]

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In genere i consigli di laurea sono molto noiosi ed io cerco di evitarli come la peste. L’altro giorno c’è stato un CCL (Consiglio di Corso di Laurea) di Ingegneria Informatica e per una volta, invece che di parlare di burocrazia (in genere unica cosa di cui si appassionano molti dei miei colleghi accademici) si è parlato di prospettive del corso di laurea, Ossia si è discusso di come doveva essere modellato questo corso di laurea per essere all’altezza dei tempi. In genere il Ministero spinge per questioni di moda. Adesso Fioramonti sta proponendo l’ educazione civica sostenibile. “Matematica e fisica devono essere insegnate in prospettiva sostenibile per essere sommaria divulgazione su temi di attualità o argomenti scientifici di ultima generazione. Dalle biomasse ai frattali, dal caos deterministico al bilancio energetico terrestre. Insomma, brevi cenni sull’Universo” (parole non mie, ma del Ministro stesso, almeno come interpetate su Roars da Rossella Latempa). Il precedente Governo, sotto la guida del Capo Dipartimento, il Prof. Valditara, più modestamente, invece che ricercare la supremazia italiana sulla teoria del tutto e sull’Universo (intanto i ponti crollano, Venezia affonda e le fabbriche chiudono, ma che sono queste inezie di fronte alla maestosità dell’Universo?), si è occupato di non far perdere il treno all’Italia dell’Intelligenza Artificiale. Un anno fa si era recato a Parigi per parlare con Cedric Villani (Fields Medal- equivalente del Nobel per la Matematica), a cui Macron aveva affidato il compito di dirigere la ricerca francese in questo ambito chiave, al fine di stringere accordi di collaborazione. Al rientro in Italia, Valditara incoraggiò molte Università a far partire corsi (triennali e magistrali) sull’AI (Artificial Intelligence).

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Al consiglio di corso di laurea si è discusso proprio di questo. L’idea, emersa da un acceso dibattito durato tre ore, è che un corso specifico di AI è troppo limitativo. E’ indubbio che l’Umanità sia di fronte a una grande rivoluzione tecnologica rappresentata dall’AI esattamente come qualche anno fa il protagonista della rivoluzione tecnologica è stata la telefonia mobile. Ma la telefonia mobile è stata rapidamente superata (il miglior produttore di cellulari, Nokia, è fallita miseramente) dallo smartphone ossia dalla convergenza di diverse tecnologie. Secondo il CCL dell’altro ieri, la stessa cosa capiterà con l’AI. Secondo tutti l’AI è contemporaneamente sopravalutata (si aspettano a breve cose non facilmente raggiungibii quali la guida autonoma di veicoli) e sottovalutata (tutti i dispositivi saranno dotati di un po’ di intelligenza, questo permetterà l’introduzione di innovazioni tecnologiche di prodotto e di processo inimagginabili che cambierianno la nostra vita). Proprio questo uso invasivo di AI permetterà lo sviluppo successivo a cui vuole tendere il futuribile corso d’ing. Informatica di Firenze. Il nuovo corso di laurea potrebbe essere intitolato “AI e non solo”.

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Sicuramente un corso dove saranno trattati gli ultimi argomenti di Machine Learning, Deep Learning e Data Analytics (ossia strumenti per dare “intelligenza” ai dispositivi e per dare un senso ai numeri e ai tanti, troppi, dati che ci circondano), ma anche telecomunicazioni (stiamo andando verso il 6G, ossia le telecomunicazioni intelligenti), l’IOT (internet of thinghs, ossia rendere “soggetti” intelligenti le cose che ci circondano) e la tecnologia blockchain (sia come strumento per rendere immutabile e non modificabile un registro digitale e sia per elaborare una teoria di consenso). L’intelligenza artificiale del futuro, magari sarà anche limitata ma sarà sicuramente diffusa ed invasiva per cui occorrerrà un nuovo paradigma delle telecomunicazioni per renderla una intelligenza connettiva e collettiva (tante intelligenze artificiali limitate concorerrano per renderla una super-intelligenza) e occorerà una teoria del consenso per renderla operativa (si deve trovare un consenso fra le tante intelligenze delle cose per prendere una decisione operativa). Saremo circondati da oggetti dotati d’intelligenza (magari limitata) che dialogando fra loro genereranno una intelligenza diffusa che prenderà decisioni anche per noi. Il futuro non sarà Ultron, il super calcolatore super intelligente, ma da miliardi di devices, moderatamente “intelligenti” che, dialogando fra loro, creeranno una super intelligenza. Tanti gli interrogativi: ma questa intelligenza artificiale diffusa svilupperà mai un’autocoscienza? E’ saggio affidare il destino dell’Umanità a questa intelligenza diffusa? Ma questa è la sfida del futuro. Quello è l’obiettivo a cui dobbiamo preparare i nostri studenti. Ci riusciremo? Forse, ma sicuramente è nostro dovere provarci.

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