Il ddl Zan torna in Aula: il testo approvato alla Camera sarà ripresentato in Senato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-21

Mercoledì 27 aprile scade l’embargo provocato da quella taglio che ha, di fatto, bocciato il disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Il deputato del PD, primo firmatario della legge che porta il suo nome, annuncia il nuovo tentativo

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27 ottobre 2021 – 27 aprile 2022. Mercoledì prossimo saranno passati sei mesi esatti da quella tagliola approvata dal Senato che ha affossato l’iter di approvazione (già avvenuto alla Camera dei deputati diversi mesi prima) del ddl Zan. Il disegno di legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo è pronto a tornare argomento di dibattito parlamentare proprio a partire da mercoledì 27 aprile, giorno in cui scadranno i sei mesi di “embargo”. E lo farà nella versione del testo già approvato da Montecitorio.

Ddl Zan tornerà in Senato mercoledì, a sei mesi dalla tagliola

Ad annunciare la ripresa dei lavori attorno al disegno di legge affossato a fine ottobre è stato il deputato – e primo firmatario di questa legge che porta il suo nome – Alessandro Zan nella sua intervista al quotidiano La Repubblica. Il testo sarà lo stesso approvato dalla Camera dei deputati e il confronto ripartirà dalle Commissioni di Palazzo Madama prima di un nuovo approdo in Aula per il voto.

“Sarà ripresentato lo stesso testo, perché è quello che aveva avuto il via libera alla Camera a larga maggioranza, voluto da Pd, M5Stelle, Leu e anche da Italia Viva e da una parte di Forza Italia”.

L’iter a Palazzo Madama, dunque, ripartirà da lì. Da quel testo dopo le immagini dell’esultanza da stadio dei senatori di centrodestra che – dimenticando ruolo e aula istituzionale – si produssero in una scena che fece il giro del mondo, provocando grande vergogna. Ci sono, però, molti fattori che rischiano di portare questa nuova azione – il ddl sarà presentato dai senatori e dalle senatrici del PD mercoledì prossimo – a un nuovo nulla di fatto. Innanzitutto una questione temporale: tra 11 mesi scadrà questa legislatura e in caso di mancata approvazione, il percorso dovrà ricominciare dall’inizio dopo le prossime elezioni politiche (con la possibilità che a governare sia il centrodestra). Ma Alessandro Zan è fiducioso e spiega perché le carte in tavola potrebbero essere cambiate ora rispetto al mese di ottobre:

“Oggi la situazione è diversa: la Lega è in difficoltà, e i trascorsi legami con Putin stanno logorando Salvini e le sue posizioni sovraniste. Siamo nel pieno di una guerra in Europa, dunque la questione dei diritti è urgente e centrale. E mentre il Parlamento è inadempiente sulle leggi di civiltà come questa, che riguarda i crimini d’odio, le persone continuano ad essere oggetto di discriminazione e violenze non per quello che fanno, bensì per quello che sono, semplicemente perché esistono”.

Una serie di fattori che, nell’ottimismo di Alessandro Zan, potrebbero accorciare i tempi e convincere tutti a convergere sulla base di quel testo già approvato alla Camera.

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