Il conto dello spread sui nuovi mutui

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-03

Perché chi ha stipulato finora può stare tranquillo e perché chi stipulerà invece potrebbe farlo a prezzi più alti

article-post

Il Sole 24 Ore oggi spiega cosa succederà ai mutui con lo spread in rialzo, premettendo che chi sta rimborsando un mutuo a tasso fisso beneficia dell’assicurazione implicita nello stesso di essere invulnerabile alle dinamiche dei tassi e dei mercati (è questo il motivo per cui il fisso in una fase di tassi in crescita costa in partenza sempre di più del variabile: chi lo sceglie, con questo sovraprezzo, paga una sorta di polizza assicurativa che gli consente di avere bloccata, fino alla scadenza, la rata stabilita nel giorno della stipula). E gli altri?

L’impennata dello spread sul mercato obbligazionario al momento non ha avuto, e non dovrebbe avere in futuro, nessun impatto. Perché le rate dei mutui variabili sono agganciate all’andamento degli indici Euribor (99%) e per una quota residuale al tasso Bce. Gli Euribor, tanto quello a 1 mese (-0,37%) che quello a 3 mesi (-0,32%) – le due principali scadenze utilizzate dalle banche per calcolare la rata dei mutui indicizzati – sono fermi da diverso tempo e per giunta negativi. I valori attuali sono gli stessi di quelli di inizio anno. Non hanno risentito nemmeno per un centesimo delle bizzarrie – da maggio a ieri – dello spread BTp-Bund.

Questo perché gli Euribor sono collegati alle decisioni della Bce e, più nel dettaglio, al tasso sui depositi, quello che la Bce dovrebbe pagare (se positivo) alle banche private per la liquidità che queste vi parcheggiano in eccedenza rispetto alle riserve obbligatorie. Il tasso sui depositi è stato fissato dalla Bce a -0,4%. Quindi, fintanto che la Bce non alzerà questo tasso è più che logico aspettarsi Euribor poco mossi, indipendentemente da come si muoverà lo spread BTp-Bund.

mutui spread
Euribor ed Euris: l’andamento (Il Sole 24 Ore, 3 ottobre 2018)

Quindi, a conti fatti, è evidente che il rialzo dei tassi dei BTp non è in grado di influenzare le rate dei mutui già sottoscritti. Discorso a parte per i mutui futuri. In questo caso l’aumento dello spread BTp-Bund, se prolungato, potrebbe spingere le banche ad aumentare gli spread. Questo perché con l’andare del tempo, uno spread obbligazionario più alto finisce per impattare sui costi di raccolta delle banche e gli istituti di credito dopo un po’ – nella precedente crisi del 2011 questo po’ è durato sei mesi – potrebbero decidere di aumentare i costi dei “nuovi” mutui.

Leggi sull’argomento: Deficit al 2,4%, il governo cede allo spread

Potrebbe interessarti anche