Casapound: Iannone, Antonini e Di Stefano indagati per occupazione abusiva e istigazione all’odio razziale

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-06-04

L’inchiesta indaga i tre leader di Casapound. Oggi cominciano le procedure di sequestro preventivo. Che non è uno sgombero, come si diceva ieri. E le notifiche verranno completate la prossima settimana

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Associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale e occupazione abusiva di immobile: questi sono i reati contestati dalla Procura di Roma, nell’ambito di un’inchiesta su Casapound, nei confronti, tra gli altri, dei vertici del movimento di estrema destra Gianluca Iannone, Andrea Antonini e Simone Di Stefano. In totale sono 16 le persone iscritte sul registro degli indagati dai pm di Roma. Dal punto di vista tecnico dopo la notifica dell’ordinanza del sequestro preventivo dell’immobile di via Napoleone III – che avverrà non prima di martedì – la struttura passa nella disponibilità del tribunale. Per quanto riguarda, invece, l’eventuale programmazione dello sgombero della struttura dovrà essere decisa in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che dovra’ coordinarsi con la procura.

Casapound: il sequestro (e non lo sgombero) dell’immobile in via Napoleone III

Dopo le voci sullo sgombero sulle quali ieri il MoVimento 5 Stelle ha voluto mettere il cappello con Laura Castelli e Virginia Raggi, oggi invece la procura di Roma ha chiesto e ottenuto un decreto di sequestro preventivo nei confronti dell’immobile in via Napoleone III. Davide Di Stefano, responsabile romano di Casapound, fa sapere sul Primato Nazionale però che lo sgombero non è stato ancora notificato ai Fascisti del Terzo Millennio. Con il decreto di sequestro, spiega sempre Di Stefano, l’immobile di via Napoleone III rientrerà tra quelli per cui lo sgombero diventa più urgente: «A Roma ci sono più di 80 immobili occupati abusivamente, 23 sono da sgomberare in via prioritaria perché interessati da procedimento giudiziario. Tra i casi elencati sul sito del ministro dell’Interno si legge che tra questi rientra il “sequestro preventivo”. Insomma CasaPound balza in avanti nella classifica, insieme ad altri 23 immobili da sgomberare. Ma, almeno per il momento, non c’è uno sgombero immediato all’orizzonte». Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Eugenio Albamonte considerano il palazzo al centro di Roma come ‘quartier generale’ dell’associazione. Le procedure per la notifica del provvedimento da parte dei poliziotti della Digos saranno completate all’inizio della prossima settimana.

sequestro preventivo casapound

Nell’ambito di questo procedimento, scrive intanto l’agenzia ANSA, oggi sono iniziate le procedure di sequestro dell’immobile di via Napoleone III da anni occupato dai militanti e utilizzato, secondo l’impostazione degli inquirenti, come “quartier generale” dell’associazione. In base a quanto si apprende la notifica del provvedimento del gip di Roma, che ha accolto le richieste del pm Eugenio Albamonte, verrà completato all’inizio della prossima settimana. Sull’occupazione dell’edificio la Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale di oltre 4,5 milioni di euro e la Procura della magistratura contabile chiede un risarcimento a 8 funzionari e dirigenti del Demanio e del Miur (che ha avuto in gestione il palazzo) per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni.  I leader di Casapound hanno diffuso stamani l’inno nazionale dalla finestre dello stabile di via Napoleone III, quartier generale del movimento, e hanno appeso una bandiera tricolore.

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